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PICTURES

dai racconti di Katherine Mansfield
adattamento teatrale Silvia Ajelli
regia Luca Bargagna
con Silvia Ajelli
scene e luci Angelo Linzalata
ideazione e realizzazione costumi Luciana Donadio
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

Durata: 1 ora e 10 minuti

 

 
 
 
 

«Fedele a me stessa? Ma a quale me stessa? A quale dei tanti me stessa, che a ben guardare possono essere centinaia? Perché con tutti questi complessi e repressioni e reazioni e vibrazioni e riflessioni, vi sono momenti in cui ho l’impressione

di essere semplicemente il piccolo impiegato di un albergo senza proprietario, affaccendatissimo a registrare i nomi dei risoluti clienti e a consegnare loro le chiavi delle stanze».
Katherine Mansfield, Diari.

In questo spettacolo l’attrice apre idealmente le porte dell’albergo di cui Katherine Mansfield si sente “il piccolo impiegato”, per far vivere alcuni dei personaggi creati dalla scrittrice, e nei quali lei stessa sembra vivere. Ada Moss, la cantante in cerca di una scrittura, protagonista del racconto che dà il titolo allo spettacolo, Immagini; la giovane Edna, di Prendendo il velo, che dopo una serata a teatro, immagina di vivere nel ruolo della fanciulla perduta per amore; Miss Brill, l’insegnante che passa la domenica al giardino pubblico immaginandosi interprete di un grande spettacolo; la donna del racconto Il canarino, la cui voce è forse quella della scrittrice ingabbiata dalla malattia, ma decisa a cantare il suo amore per la vita fino alla fine. Sono donne di età diverse, colte come in istantanee, ma in tutte aleggia in trasparenza anche la figura dell’autrice con la sua inconfondibile voce. E poiché è impossibile tenere separati i racconti di Katherine Mansfield dalla sua tragica vita, fanno parte del testo anche alcuni brani dal Quaderno di appunti, dai Diari e dalle Lettere. Dall’insieme di questi brani e racconti si apre un piccolo squarcio nel vasto mondo narrativo di Katherine Mansfield per far vivere i personaggi da lei creati, rispettando la dimensione narrativa della sua scrittura, ma facendone anche scaturire la dimensione teatrale.

Non ho detto neppure la minima parte di ciò che volevo dire, ho potuto soltanto accennarlo. È difficile da spiegare. A voi non dà mai una simile sensazione il mondo?”
Katherine Mansfield

 Katherine Mansfield aveva la sensazione che la vita le sfuggisse dalle mani, probabilmente la scrittura alimentava questo suo desiderio impossibile di fermarla in una immagine. In molti dei suoi racconti, attraverso questo procedere per immagini sempre più precise, affiora l’essenza di un dettaglio, come un piccolo argine di bellezza e verità, un’epifania fulminante, subito travolta dalla tempesta del vivere. Katherine Mansfield prova a scrivere del mondo, racconti brevi, istantanee, che inquadrano le emozioni più diverse di una umanità variegata.  Questa estenuante necessità della scrittura sembra quasi generare un interminabile duello col mondo, portando spesso la Mansfield a superare i limiti della lingua, consentendole, anche attraverso questo sforzo, di creare un’inquadratura perfetta e nuova da cui guardare le cose. La Mansfield non si stanca mai di ascoltare e guardare, continuamente affascinata dalla vita che scorre accanto a lei, e come uno dei suoi meravigliosi personaggi “si siede un attimo nella vita degli altri”, ed è proprio in quell’attimo che si nasconde la bellezza della sua arte.
Attraverso questo spettacolo, tentiamo la sfida di mettere in scena alcuni racconti della Mansfield, quasi un romanzo di formazione di un’anima, muovendoci sul sottile  confine tra la parola scritta e quella agita. La scrittura di Katherine Mansfield diviene motore del lavoro teatrale, materia viva che nutre l’azione attoriale, in una costante ricerca delle possibilità recitative che questa lingua offre. Una lingua perfetta e difficile, lontana da una scrittura teatrale, ma espressione urgente e necessaria del senso delle cose.
La scrittura è per l’autrice il significato stesso della vita, è ricerca spasmodica di esprimere ciò che accade nel mondo e dentro di noi, è la creazione di immagini tanto vivide da superare la frustrazione del non riuscire a descrivere tutto.
Come avrebbe scritto David Foster Wallace, molti anni dopo, nel racconto Caro vecchio neon:Quello che avviene dentro è troppo veloce, immenso e interconnesso e alle parole non rimane che limitarsi a tratteggiarne ogni istante a grandi linee al massimo, una piccola parte”.
Luca Bargagna

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Produzione in Tournée

Questo spettacolo fa parte delle produzioni del Teatro di Napoli - Teatro Nazionale e farà tappa in queste città:

Palermo, Teatro Biondo, 8 – 12 marzo 2023