SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
di William Shakespeare
traduzione, drammaturgia e regia Maurizio Schmidt
musiche e canti Antonio Sinagra
costumi Roberta Mattera
luci Giuseppe Di Lorenzo
assistenti alla regia Gaetano Franzese, Antonio Turco
cast martedì 26 settembre
FILOSTRATO / PUCK Matteo Sbandi
TESEO / OBERON Claudio Bellisario
IPPOLITA / TITANIA Claudia Moroni
EGEO Vincenzo D’Ambrosio
FATA Sharon Spasiano
ERMIA Eleonora Limongi
ELENA Anna Iodice
LISANDRO Nicola Conforto
DEMETRIO Carmine Benitozzi
BOTTOM il tessitore Alfredo Mundo
ZEPPA il falegname Viviana Curcio
INCASTRO il carpentiere Jacopo Riccardi
STAGNA lo stagnino Gennaro Davide Niglio
CIUFOLO l’aggiustamantici Vincenzo D’Ambrosio
TAGLIECUCE il sarto Sabrina Bruno
FIORDIPISELLO Valentina Dalsigre Cirillo
SEMEDISENAPE Serena Cino
RAGNATELO Gaia Piatti
cast mercoledì 27 settembre
FILOSTRATO / PUCK Gennaro Davide Niglio
TESEO / OBERON Claudio Bellisario
IPPOLITA / TITANIA Viviana Curcio
EGEO Vincenzo D’Ambrosio
FATA Claudia Moroni
ERMIA Sabrina Bruno
ELENA Serena Cino
LISANDRO Jacopo Riccardi
DEMETRIO Alfredo Mundo
BOTTOM il tessitore Matteo Sbandi
ZEPPA il falegname
Anna Iodice
INCASTRO il carpentiere Carmine Benitozzi
STAGNA lo stagnino Nicola Conforto
CIUFOLO l’aggiustamantici Vincenzo D’Ambrosio
TAGLIECUCE il sarto Valentina Dalsigre Cirillo
FIORDIPISELLO Eleonora Limongi
SEMEDISENAPE Sharon Spasiano
RAGNATELO Gaia Piatti
cast giovedì 28 settembre
FILOSTRATO / PUCK Matteo Sbandi
TESEO / OBERON Jacopo Riccardi
IPPOLITA / TITANIA
Gaia Piatti
EGEO Nicola Conforto
FATA Eleonora Limongi
ERMIA Sharon Spasiano
ELENA Valentina Dalsigre Cirillo
LISANDRO Vincenzo D’Ambrosio
DEMETRIO Gennaro Davide Niglio
BOTTOM il tessitore Claudio Bellisario
ZEPPA il falegname Sabrina Bruno
INCASTRO il carpentiere Carmine Benitozzi
STAGNA lo stagnino Alfredo Mundo
CIUFOLO l’aggiustamantici
Nicola Conforto
TAGLIECUCE il sarto Viviana Curcio
FIORDIPISELLO Anna Iodice
SEMEDISENAPE Serena Cino
RAGNATELO Claudia Moroni
Il corso attori della Scuola del Teatro Stabile di Napoli affronta con allegria quella fuga collettiva in un bosco dell’antica Grecia che è il Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare. Il testo richiede che personaggi e spettatori, seguendo le vicissitudini degli amanti shakespeariani, fuggano in un altro tempo (quello del mito della nascita del teatro) e in un altro spazio (quello delle forze della natura popolato dai folletti e dalle fate). Shakespeare ha scritto un progetto affascinante di festa teatrale, legata alle credenze popolari del solstizio d’estate e a quella scoperta dell’amore (e dei suoi lati più oscuri) che dà vita ad ogni commedia.
La fuga in questione è quella per affermare il diritto di scegliersi il proprio amore: quella che nel sud Italia viene chiamata la “fuita”. Fuggendo nel bosco di notte per affermare le proprie scelte contro quelle del potere, i giovani protagonisti attraverseranno un territorio onirico e pericoloso, incontrando nel buio i pensieri e le sensazioni che nella luminosa Atene sono negati. L’attraversamento di quel territorio dionisiaco – quasi un rito di passaggio all’età adulta – li stordirà, ma li renderà più maturi e consapevoli verso il matrimonio e l’apollinea e razionale vita di Atene. Analogamente l’attraversamento del territorio notturno costituirà, per il gruppo di artigiani capitanati dal tessitore Bottom incaricati della recita, l’affascinante scoperta del teatro: uno degli omaggi più toccanti all’arte teatrale mai scritti da nessun poeta. Una dichiarazione d’amore per la forza dell’immaginazione.
Altrettanto analogamente, il conflitto tra Oberon e Titania, che rappresentano l’elemento maschile e femminile della natura e che si conclude con una danza di fertilità, costituirà un’ode alla forza delle stagioni e in definitiva al ciclo della vita, che è quasi un messaggio cifrato contro il puritanesimo: un addio o forse un atto di fede nascosto per un mondo di credenze magiche popolari che già ai propri tempi, Shakespeare sentiva minacciati dallo sviluppo del mondo moderno. Perciò nel capolavoro di Shakespeare matrimonio, teatro, riti e tradizioni popolari si intrecciano in una interrogazione sul senso della vita: sul senso di quella forza che manda avanti le cose e che solo “in uno di quei sogni che si fanno nella notte di san Giovanni” può essere compresa.
Il nostro spettacolo ha finalità pedagogiche e per dare a tutti gli allievi l’esperienza dell’attraversamento complessivo di un personaggio, è ripetuto con tre distribuzioni differenti. Propone un attraversamento del testo molto corale e giocoso ed utilizzerà mezzi molto poveri: il corpo, la parola, il ritmo e il suono. L’emozione di poter incontrare il teatro sopra un palcoscenico che ha una tale forza ed importanza per la città è in fondo il vero obbiettivo cui tende questa restituzione. Il processo di lavoro porta in questa fase gli allievi a confrontarsi per la prima volta con il palcoscenico e chiede ad essi di scoprire, scegliere, amare e rispettare le sue leggi.
Anzi, visto che siamo al San Ferdinando, le leggi della sua Grande Magia.
Maurizio Schmidt