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1 Gennaio 1970
IL 22 NOVEMBRE ALLE 18 PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI MARIANO D’AMORA LA DRAMMATURGIA DI ENZO MOSCATO
Comunicato stampa del 1 Gennaio 1970
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IL 22 NOVEMBRE ALLE 18 PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI MARIANO D’AMORA LA DRAMMATURGIA DI ENZO MOSCATO
01/01/1970
comunicato stampa
Lunedì 22 novembre alle 18.00 al Teatro Mercadante
si terrà la presentazione del volume di Mariano d’Amora
La drammaturgia di Enzo Moscato
La scena come spazio dell’Io
Della memoria. Dell’artificio illusorio
pubblicato da Guida Editori
Con l’autore del volume e il drammaturgo Enzo Moscato
interverranno
il critico di teatro Giulio Baffi, la prof.ssa Antonia Lezza
l’attrice Cristina Donadio
che leggerà brani tratti dai testi di Enzo Moscato
Una ulteriore occasione di conoscenza dell’arte
di uno dei massimi esponenti della scena napoletana e del teatro contemporaneo
Il volume si pone come studio dell’intero opus drammaturgico di colui che la critica teatrale non esita a definire il più rappresentativo tra gli autori napoletani contemporanei.
Seppur proveniente da una formazione culturale intrinsecamente diversa, al pari dei Maestri della scena partenopea del Novecento (Scarpetta, Viviani, De Filippo), anche Moscato compie il suo percorso teatrale ponendosi come artista trinitario (autore, regista e interprete). Una scelta che non toglie centralità al testo scritto, il quale permane nella sua funzione di elemento fondativo dell’evento teatrale attraverso la componente linguistica.
Inteso come patrimonio collettivo inalienabile, il napoletano s’impone come elemento centrale di questa narrazione. Phonè aspra, viscerale, iper-espressiva, nonché “grado zero della scrittura” e prima semiotica esistenziale che l’autore apprende da bambino, l’idioma vive un’inedita riconfigurazione. Ma, ancor prima di essere semplice espressione biografica, questa lingua è per Moscato dichiarazione lucente del proprio humus etnico-glossico-genetico: Napoli. Materialmente la città è, in senso fisiologico, il cuore dell’ordito drammaturgico. Nel non essere mai entità lontana, ma, figurando come fonte primigenia d’ispirazione, l’immagine dell’urbe ingloba suggestioni intime con il risultato che i concetti di memoria e degradazione, autobiografia e storia collettiva finiscono col fondersi nella composizione dello spartito testuale.
L’ingresso è libero e sarà consentito fino a esaurimento posti disponibili secondo i protocolli sanitari anti-Covid vigenti, con obbligo di green pass e uso delle mascherine.
Info: www.teatrodinapoli.it
Questa notizia è stata pubblicata giovedì 1 Gennaio 1970 (00:00)
Ufficio stampa
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