Fabio Mangolini (Roma, 1964) ha dedicato tutta la sua vita al teatro come attore, regista, pedagogo, autore, traduttore e, infine, come manager. Laureato in Filosofia all’Università di Bologna, si è diplomato nel 1987 all’Ecole Internationale de Mimodrame de Paris Marcel Marceau e nel 1990 è chiamato dallo stesso Marcel Marceau ad insegnare all’interno della Scuola. Nel 1985 entra come giovane Arlecchino nella compagnia internazionale Les Scalzacani diretta da Carlo Boso, a Parigi e si specializza nei ruoli di servitore della Commedia dell’Arte. Una volta lasciata la compagnia, nel 1991, continuerà a portare la Commedia dell’Arte per il mondo. Tra il 1992 e il 1994 è borsista della Japan Foundation e dell’ International Theatre Institute e collabora con Nomura Kosuke, fondamentale interprete dell’arte del Kyōgen, con Hideo Kanze, Maestro del , e con la compagnia di teatro-danza Warabi-za.

L’attività pedagogica diventa sempre più strettamente collegata alla sua pratica teatrale d’attore e regista. Impartisce corsi e workshops in prestigiose accademie d’arte drammatica quali il GITIS e il MKAT di Mosca, il Conservatoire di Bruxelles e l’Académie del Centro Drammatico Nazionale di Limoges, in importanti università statunitensi e del Sud America. Dal 2004 al 2009 è docente di interpretazione e regia presso la Real Escuela Superior de Arte Dramático (RESAD) di Madrid. Ha impartito corsi e workshop in Italia, Spagna, Francia, Germania, Belgio, Irlanda, Norvegia, El Salvador, Giappone, Stati Uniti, UK, Cile, Russia, Colombia, Marocco, Emirati Arabi Uniti, Uruguay. Come attore, ha lavorato con numerosi registi, tra cui Carlo Boso, Nomura Kosuke, François Cervantes, Roxanne Rizvi, Remi Barbier, Didier Doumergue, Francesco Brandi, Tim Supple, Giles Smith, recitando in tournées in Italia, in Europa e nel mondo. Ha diretto spettacoli in Italia, Francia, Belgio, Spagna, Stati Uniti. Tra i suoi ultimi lavori, “Bancarotta” di Carlo Goldoni (Pamplona – Spagna), “Molto rumore per nulla” di W. Shakespeare (Valencia – Spagna), “Santa Libertà”, “Sull’acqua calma e nera dove dormono le stelle”, “Lo facciamo davvero il nostro asilo!” di cui è anche autore.

Nel luglio 2009 viene nominato Presidente della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, carica da cui si dimette nel luglio 2011 per rivestire l’incarico di Coordinatore della stessa Fondazione fino al giugno 2014. Dal dicembre 2011 all’ottobre 2012 è Presidente dell’Associazione Scuola dell’Opera Italiana di Bologna. Dall’ottobre 2012 al dicembre 2014 è stato consigliere d’Amministrazione della Fondazione ATER-Formazione.

Dal 2015 al 2018 è stato il Direttore del Master MFA in Physical Theatre della Mississippi University – Accademia dell’Arte. Attualmente è Direttore Artistico di Cornucopia Performing Arts Labs.

L’attore e la maschera nella Commedia dell’Arte.

 

“Commedia degli Zanni”, “Commedia dei Buffoni”, “Commedia dell’Arte”. Siamo nella seconda metà del XVI secolo. Gli attori elevano il loro mestiere, fino allora considerato come basso ed infamante, al rango di arte portandolo in pochi anni dalle piazze ai luoghi di potere dell’epoca: le Corti europee.

L’arte dell’attore viene riconosciuta, è riconosciuto il professionismo del teatro. Gli attori creano personaggi vicino ai caratteri della gente, rubano dei tipi alla vita quotidiana e li rendono accessibili ad ogni pubblico, li rendono universali e per questo li stilizzano, li rendono grotteschi. Usano per il loro scopo le maschere.

La Commedia dell’Arte converte l’attore in artigiano del teatro capace di trasformare i materiali della vita quotidiana in un repertorio da utilizzare sulla scena. La Commedia dell’Arte passerà poi alla storia del teatro anche come “Teatro all’improvviso”. Per anni si darà al termine di “improvvisazione” un significato leggendario, come se tutto ciò che avvenisse sulla scena non fosse altro che il frutto dell’ispirazione dell’attore in un momento di folgorazione drammatica. Niente di più falso. E niente di più studiato e lavorato, addirittura cesellato, dell’improvvisazione dei commedianti dell’Arte. Si trattava di vere e proprie partizioni che gli attori si passavano di generazione in generazione quasi fossero degli utensili, gli strumenti dell’arte. Venivano tramandati per “Centoni” o “Zibaldoni”, una specie di breviari preziosamente custoditi da ogni attore, contenenti estratti di scene, lazzi, giochi comici, canzoni, da cui gli attori potevano attingere al momento dell’improvvisazione. E il “Centone” si arricchiva nel corso della carriera che si legava indissolubilmente alla vita del personaggio che quell’attore interpretava.

Teatro di professionisti, uomini e donne, uniti in compagnie e teatro d’esportazione, visto che in pochi anni, dalla metà del XVI secolo, la Commedia dell’Arte viene esportata in tutta Europa. Quindi un teatro accessibile ad ogni pubblico, un teatro popolare che va al di là delle barriere linguistiche e regionali.

 

Obiettivi dello stage

  • cultura popolare vs. cultura ufficiale
    • relazione che tende all’elementare
    • cultura della praxis e non cultura libresca
  • criteri del teatro popolare
    • empatia e identificazione con il pubblico
    • riduzione: la significazione del personaggio
    • amplificazione – stilizzazione
    • mediazione attraverso l’ironia e la satira
    • a-psicologismo

 

Ci si propone:

 

  • di preparare il corpo dell’attrice/attore al lavoro fondamentale sulla “metamorfosi” prima di giungere all’uso della maschera;
  • di sperimentare le potenzialità e l’enorme forza della maschera (sia quelle della Commedia dell’Arte che quelle di altre famiglie teatrali) dopo essere passati attraverso la maschera neutra;
  • di sperimentare i linguaggi del teatro d’attore che non sono necessariamente legati al prevalente uso della parola;
  • l’applicazione di linguaggi quali il canto, il combattimento scenico e l’acrobatica;
  • la costruzione di un repertorio all’uso dell’attore per la costruzione di drammaturgie dinamiche.

 

Programma dello stage

           

  • Metamorfosi dell’attrice/attore
  • La maschera e il carattere
  • La tecnica e il ritmo della Commedia dell’Arte
  • Tecniche d’improvvisazione
  • Costruzione di un repertorio (canto madrigalesco, combattimento scenico, acrobatica teatrale)
  • Commedia dell’Arte e creazione drammaturgica

Biografia

Programma didattico