ANGELS IN AMERICA. SI AVVICINA IL MILLENNIO

Teatro dell’Elfo / Teatridithalia / ERT- Emilia Romagna Teatro Fondazione
Angels in America

Si avvicina il millennio
di Tony Kushner
traduzione Mario Cervio Gualersi
uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
con Elio De Capitani, Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Cristina Crippa, Cristian Maria Giammarini, Edoardo Ribatto, Fabrizio Matteini, Umberto Petranca
scene Carlo Sala
video Francesco Frongia
costumi Ferdinando Bruni
luci Nando Frigerio
foto Lara Peviani

Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, di nuovo insieme alla regia, portano in scena un bestseller del teatro americano, Angels in America.
Il dramma (o la commedia) di Kushner ha fatto incetta di premi oltreoceano (Premio Pulitzer nel 1993, poi numerosi Tony Award, e infine 5 Golden Globe e 11 statuette agli Emmy Awards per la versione televisiva con Al Pacino, Meryl Streep e Emma Thompson) e, al suo debutto londinese per la regia di Declan Donnelan, è stata definito dal Sunday Times “una Divina Commedia per un’età laica e tormentata; un terremoto nel teatro, sconvolgente, terribile e magnifico”.
Il sottotitolo esplicito, “fantasia gay su temi nazionali”, non sintetizza tutta la ricchezza dell’opera e la complessità dei personaggi: Kushner, infatti, affronta di petto il tema dell’identità, ma non per esaurirlo sotto il profilo sessuale, bensì per sondarne in profondità tutte le componenti, razziali, religiose e culturali, e per dipingere un mondo – il nostro – nel quale gli esseri umani faticano disperatamente a riconoscersi e accettarsi con consapevolezza e dignità. Il registro della quotidianità, la concretezza del dolore e della malattia descrivono solo in parte questo testo immaginifico e barocco che, mischiando richiami shakespeariani e momenti da telenovela, sentimentalismo e ironia, porta in scena, oltre agli angeli del titolo, apparizioni, allucinazioni e fantasmi in un continuo dialogo tra terreno, ultraterreno e trascendente. Gli angeli non sono quelli consolatori che volano sopra il cielo di Berlino, ma esseri grandiosi, egocentrici, narcisisti, un po’ hollywoodiani, che hanno il compito terribile di trovare colui che più di ogni altro sa aprire gli occhi su quest’epoca confusa e infelice, orfana di ideologie e di ideali.