17 – 20 febbraio 2005
Compagnia Lombardi/Tiezzi
Emilia Romagna Teatro Fondazione
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
Antigone di Sofocle
di Bertolt Brecht
traduzione Cesare Mazzonis
regia Federico Tiezzi
con Silvio Castiglioni, Giampiero Cicciò, Marion D’Amburgo, Massimo Grigò, Sandro Lombardi, Fabio Mascagni, Chiara Muti, Lucia Ragni, Alessandro Schiavo, Massimiliano Speziani, Debora Zuin
La regia dello spettacolo prevede un cambiamento drastico dell’ambientazione: non più le mura mitiche di Tebe ma un ospedale-obitorio che assomiglia un poco a una macelleria. In questo ospedale due donne, Antigone e Ismene, sono venute per rubare il corpo del fratello, per portarlo via e seppellirlo. Siamo dunque in una corsia di ospedale: i letti occupati da cadaveri … l’immagine è quella di una guerra, non importa quale, una di quelle a cui ci ha abituato il secolo scorso. Ma i corpi dei cadaveri prendono vita: il coro sarà composto da questi morti da poco risorti, tornati in vita giusto per obbedire a Creonte, macellaio metafisico e politico angosciato, che sospeso a mezz’aria sul suo trono, domina sui morti e sui vivi … La Grecia classica abita in un obitorio-macello, simbolo di un sogno classico ormai definitivamente distrutto … nel gelo artico di una scena illuminata al neon si racconta non solo il sacrificio di Antigone ma anche il sacrificio della Grecia e del mito antico nel razionalismo storico del novecento …
Ogni frase del testo, una catastrofe. Ogni scena una distruzione. Ogni personaggio un senza-speranza Ogni coro, una morte. L’attore e il testo: un processo di combustione.
L’immagine è la drammaturgia; l’immagine è il senso profondo, intimo del testo. L’immagine raccoglie l’essenziale del testo, diviene un tutt’uno con i ricordi, con i corpi degli attori. Dall’immagine si staccano le parole: come comete Particolare importanza riveste, nello spettacolo, il lavoro degli attori sul personaggio: alla ricerca di una verità espressiva che coniughi lavoro sul corpo e lavoro sulla recitazione e il canto. Come nel teatro d’Opera cinese, tanto amato da Bertolt Brecht (e punto di riferimento costante del lavoro di Federico Tiezzi) l’immagine e il dinamismo degli attori avrà una considerevole importanza, coniugando insieme aspetti dell’Opera classica cinese, arti marziali (come già avvenuto nella regia di Amleto di Shakespeare) e dramma. Altro aspetto della regia è la creazione dello spettacolo per immagini filmiche, alla ricerca di “quel” fotogramma che sintetizzi il senso del dramma, l’emozione dei personaggi, la geografia dei rapporti “di classe” del testo brechtiano.
Come già per il progetto Amleto (comprendente Hamletmaschine di H. Muller, Amleto di W. Shakespeare e Ambleto di G. Testori) la preparazione dello spettacolo è terreno di scambio e di relazione di lavoro tra attori “vecchi” (con una maturata esperienza dell’arte scenica) e attori “giovani”. La preparazione dello spettacolo diviene così luogo di trasmissione del sapere teatrale e del metodo creativo per immagini che la Compagnia Lombardi-Tiezzi ha inventato per il proprio Teatro di Poesia.