CADO SEMPRE DALLE NUVOLE – CANTARE PASOLINI
un progetto di Mauro Gioia
drammaturgia Igor Esposito
elaborazioni e musiche originali Pasquale Catalano
regia e spazio scenico Francesco Saponaro
con Claudia Gerini, Mauro Gioia
pianoforte e direzione musicale Giuseppe Burgarella
musicisti Francesca De Filippis, Monia Massa, Annamaria Puggioni, Alberto Toccaceli
costumi Anna Verde
disegno luci Cesare Accetta
fotografie Giovanni Ambrosio
aiuto regia Salvatore Scotto d’Apollonia
scenografo collaboratore Carmine De Mizio
assistente ai costumi Daria Bonavita
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Durata: 1 ora e 5 minuti (atto unico)
Le canzoni del poeta di Casarsa sono stelle di una galassia che sta al corpus dell’intera opera pasoliniana come una predella alla sua pala d’altare. Più che canzoni d’autore, sono Lieder sbocciati dall’inguaribile spleen di un Tiresia nostro contemporaneo. Piccole storie in cui riverberano i temi più cari allo scrittore corsaro, al cineasta assetato di realtà, di mito e poiesis, in cui si innesta la disperata vitalità dei suoi versi al piglio giocoso del fanciullo friulano dallo sguardo malinconico.
Per cantare Pasolini bisogna attraversarne il corpo narrativo e poetico, crearsi uno spazio tra gli anfratti e far scorrere musica e parole, come nell’alveo di un fiume. Nelle sue canzoni soffia il vento della protesta, perché il mondo è ancora preda braccata dalla furia consumistica e la fatica di vivere resta la stessa. Non suonano datate le musiche perché nei versi che le accompagnano Pasolini seppe immaginare i mali che affliggono la nostra società; e perché i compositori che si prestarono a metterle in musica erano parte di una comunità di artisti e intellettuali molto attenta ai contenuti e che mai avrebbe preferito la forma del semplice consumo ‘melodico’. Si chiamavano Giovanni Fusco, Sergio Endrigo, Domenico Modugno che in quel capolavoro per immagini che è Che cosa sono le nuvole? canta di due patetiche marionette agonizzanti, finite in una discarica a guardare il cielo, “straziante, meravigliosa bellezza del creato”.