CECITÀ
Ideazione, coreografia, spazio Virgilio Sieni
Interpreti Jari Boldrini, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti, Lisa Mariani, Andrea Palumbo, Emanuel Santos
Musica originale Fabrizio Cammarata
Luci Andrea Narese e Virgilio Sieni
Suono Mauro Forte
Costumi e elementi scenografici Silvia Salvaggio
Maschere Chiara Occhini
Coproduzione Centro Nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni, Fondazione Teatro Piemonte Europa, Fondazione Teatro Metastasio di Prato
Spettacolo liberamente ispirato al romanzo Cecità
Durata: 1 ora e 10 minuti
«Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che, pur vedendo, non vedono» J. Saramago
Incombe sulla terra una tragedia immane che rovescia il modo di stare. Un virus sconosciuto agisce togliendo la vista alle persone. Comunità e individui perdono apocalitticamente quello che credevano di possedere e vedere. Tutto è improvvisamente immerso in un biancore luminoso che assorbe come per divorare non solo i colori ma le cose stesse e gli esseri, rendendoli così, doppiamente invisibili.
Quel mare di latte nel quale sono caduti gli abitanti del mondo, li rende sgomenti e impauriti, vulnerabili agli odori e alle esalazioni, li costringe ad apprezzare il pianto e le lacrime, le impronte e il tocco della mano. In questo stato di eccezione un piccolo gruppo si allea per condividere le vie di fuga e il nuovo mondo. Tra di loro una donna non ha perso la vista, ma dovrà rimodulare ogni dettaglio del suo comportamento per coesistere con la vista, per domandarsi a cosa serve vedere.
Con Cecità si esplora quello stato di mancanza che risveglia la vita delle cose facendole sbalzare fuori dalla quotidianità, ricercando un’essenza che ricorda che prima di tutto siamo natura, una natura che reagisce a noi, capace di distruggere noi.
Siamo fatti di agenti e presenze che gemendo ci richiamano e la danza incarnata nei corpi risponde, restituendosi nella sua intraducibilità rituale. L’attenzione è su quello che già è qui, sul movimento musicale come tensione che coinvolge tutte le facoltà umane, per essere semplicemente vivi, per creare e ricreare quell’esperienza di iniziazione al movimento. Non sempre sappiamo cosa ci muove, l’arte della danza non svela ma attraversa, unendosi ogni volta alla natura, interrogandosi dell’infinito che ci avvolge, prendendosi per mano.