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CIRCO EQUESTRE SGUEGLIA
 
con Massimiliano Gallo (Samuele), Monica Nappo (Zenobia), Tonino Taiuti (Bagonghi),
Carmine Borrino (Giannetto), Lorena Cacciatore (Nicolina), Gennaro Di Biase (Bettina),
Giovanna Giuliani (Giannina), Lino Musella (Roberto), Marco Palumbo (Don Ciccio),
Autilia Ranieri (Marietta)
e con la partecipazione di Mauro Gioia (Narratore)
musicisti Giuseppe Burgarella (pianoforte), Gianni Minale (fiati), Alberto Toccaceli (percussioni), Marco Vidino(chitarre e mandolino)
scene Sergio Tramonti costumi Maurizio Millenotti disegno luci Pasquale Mari 
arrangiamenti musicali Pasquale Catalano coreografie Luigi Neri
aiuto regia Alfonso Liguori assistente ai costumi Teresa D’Arienzo
assistente alle scene Luigi Ferrigno assistente alle luci Lucio Sabatino
trucco Le Foyer Kriss e Carmen direttore di scena Silvio Ruocco
capomacchinista Fabio Barra attrezzista Marco Di Napoli
capoelettricista Luigi Della Monica elettricista Vito Giuliano
fonico Domenico De Luca sovratitoli Luca Delgado
sarte Daniela Guida, Stefania Borruto segretaria di produzione Monica Vicinanza
foto di scena Elisabetta Giri, Agenzia Cubo ufficio stampa Sergio Marra
realizzazione scene F.lli Giustiniani, realizzazione sculture Armando Alvoisi,  realizzazione costumi Tirelli Costumi Roma scarpe Calzature Pompei, parrucche Audello impianto luci e audio Emmedue trasporti Criscuolo

produzione Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia, Teatro di Romasi ringrazia per la collaborazione Le Groupe TSE sovvenzionato dal

Ministero della cultura francese

Spettacolo in abbonamento

Debutto: 21-22-23 giugno ore 20.00 Teatro San Ferdinando – Napoli Teatro Festival Italia

«Davanti alla casa in cui abitavo con i miei genitori, si estendeva un terreno abbandonato, dove un giorno arrivò un circo molto povero, senza nemmeno il tendone, ma solo stoffe rattoppate. Al centro si innalzavano i pali con i trapezi. Dall’esterno si potevano vedere, senza pagare, i volteggi di poveri acrobati. Qualche animale triste passeggiava senza comprendere questo paesaggio di desolazione. L’orso, la zebra e il dromedario asciugavano le loro lacrime sotto un sole opprimente che bruciava questa Pampa urbana». Si tratta di uno dei tanti ricordi d’infanzia del regista argentino Alfredo Arias, che realizza uno spettacolo su Circo Equestre Sgueglia, uno dei testi più noti di Raffaele Viviani. I lavori di Arias uniscono l’interesse per la spettacolarità del musical alla passione per il teatro en travesti, il grottesco e la maschera: tutti elementi che si prestano brillantemente all’allestimento di Circo Equestre Sgueglia. Ambientato tra baracconi, giostre e trapezi, il dramma si snoda attraverso le alterne vicende della famiglia proprietaria dell’omonimo circo, metafora universale di un mondo povero e precario. A proposito del testo, Arias afferma «Viviani ci trascina in un doppio gioco. Un gioco che noi dobbiamo immaginare – quello della rappresentazione circense – e uno al quale assistiamo – quello della vita. Sceglie di mettere in evidenza le lacerazioni amorose. Ci dice che non esiste rifugio possibile: anche il circo, concepito come un ultimo riparo, è esposto alla vertigine della passione e i suoi abitanti possono esserne espulsi in qualsiasi momento per sprofondare nella più grande delle solitudini».

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Così la stampa:

“Per la sua creazione originale, nata in una lunga residenza a Napoli, Arias ha fatto una scelta particolarmente vicina sia alla sensibilità argentina , sia alla tradizione partenopea; ha scelto un testo tra i più belli e meno noti di Raffaele Viviani, dal titolo Circo Equestre Sgueglia, un dramma, o forse un melodramma visto che comprende varie musiche originali, sul dietro le quinte della vita di un povero circo. Il tema è fra i più sensibili per Arias, poiché lui stesso ha confessato che quando era bambino in Argentina ha spiato più volte dal tendone che dei poveri artisti alzavano in un grande spiazzo davanti alla sua casa. A quei poveri clown e trapezisti ha dedicato ora il suo spettacolo napoletano; e la dedica appare particolarmente pertinente perché l’opera di Viviani proprio della vita del circo parla in scena.” ( Maurizio Giammusso, “Gazzetta del Sud”, 23 giugno 2013).

“ Il franco – argentino Alofredo Arias persegue uno svelamento drammatizzato, occupandosi di come Raffaele Viviani passi dal mondo del varietà da baraccone alla boheme privata e più malinconica dei poveri cristi in Circo equestre Sgueglia, che nel 1922 fu la sua prima commedia in tre atti. Senonchè Arias, riaffermando il proprio stile, volge quel bailamme di coppie di clown e contorsioniste/funambole in un affresco che non rinuncia al gusto del music hall popolare, e anzi lo enfatizza con un personaggio di narratore-cantante, Mauro Gioia, che dice le didascalie e esegue brani come un dandy alias Karl Valentin del Vesuvio. Viviani scolpì i caratteri corali e poi dolorosamente personali di un sottosviluppo circense, con tradimenti e fughe sgangherate. Qui oggi assistiamo a una raffinata versione mélo con buon protagonista comico Massimiliano Gallo, un’assai incisiva Monica Nappo, un toccante Tonino Taiuti e un forzuto Francesco Di Leva e Gennaro Di Biase a rappresentare una gemma di travestitismo, loro e gli altri condotti con grazia […] nel bel decoro poetico della scena di Sergio Tramonti, con un’aggiunta forse eccessiva di finale davanti a un microfono Eiar.” ( Rodolfo Di Giammarco, La Repubblica, 23 giugno 2013).

“Alfredo Arias è un regista capace di esaltare, senza timore alcuno, il grande intreccio del primo lavoro di Viviani in tre atti volutamente in bilico tra il dramma umano e la metafisica ironia. Con Massimiliano Gallo che nei panni del clown [Samuele] offre una prova davvero esaltante riuscendo persino a raggiungere quegli stilemi tanto cari a Fellini ed a cesellare le forme d’una creatura di ingenua purezza che lotta invano contro le malvagità del mondo ed ancora, con Monica Nappo che nelle vesti di Zenobia, le stesse che appartennero a Luisella Viviani, offre un corpo ed un’anima alla drammatica figura di una donna vittima designata del suo smisurato e non ricambiato amore per Roberto, il marito cavallerizzo, tutto il lavoro […] riesce, occupandosi di quegli aspetti più autentici e fondamentali della realtà, ad esprimere una rara forza espressiva fatta di personaggi veri e drammi originali.” (Giuseppe Giorgio, “Roma”, 23 giugno 2013).

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Produzione in Tournée

Questo spettacolo fa parte delle produzioni del Teatro di Napoli - Teatro Nazionale e farà tappa in queste città:

Torino, Teatro Carignano, 11 – 16 febbraio 2014
Roma, Teatro Argentina, 4 – 23 marzo 2014
Genova, Teatro della Corte, 25 – 30 marzo 2014
Parma, Teatro Due, 1 – 2 aprile 2014