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ore 21:00
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ore 19:00
27/01/2019
ore 18:00

E PECCHÉ? E PECCHÉ? E PECCHÉ?
Pulcinella in Purgatorio

drammaturgia Linda Dalisi
ideazione e regia
Andrea De Rosa
con Massimo Andrei, Maurizio Azzurro, Anna Coppola, Rosario Giglio, Marco Palumbo, Isacco Venturini 
scene e costumi Simone Mannino
luci Pasquale Mari
sound designer G.U.P. Alcaro
movimenti di scena Isacco Venturini
assistenti alla regia Maria Luisa Bosso e Marcello Manzella
assistenti scene Giuliana Di Gregorio e Marco Di Napoli
assistente costumi Roberta Mattera
direttore di scena Antonio Gatto
elettricista Fulvio Mascolo
macchinista Enzo Palmieri
fonici Daniele Piscicelli, Paolo Vitale
foto di scena Marco Ghidelli
trucco Vincenzo Cucchiara per Bionike
produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale

durata: 1 ora e 30 minuti (atto unico)

Per le repliche dal 23 al 27 gennaio Massimo Andrei sarà sostituito da Marcello Manzella.

 

Dopo il grande successo di pubblico e critica, ottenuto lo scorso anno con la sua lettura delle Baccanti di Euripide, Andrea De Rosa torna a firmare uno spettacolo prodotto dallo Stabile di Napoli per l’occasione associato allo Stabile di Palermo. Partendo da una scrittura originale di Linda Dalisi, spiega il regista napoletano,  “Abbiamo immaginato un luogo di passaggio, abitato da una moltitudine di esseri uguali e diversissimi, tanti Pulcinelli, come in uno dei tanti quadri di Tiepolo, un purgatorio segnato da un “al di qua”, in cui si sta con l’orecchio teso a carpire i suoni di un “al-di-là”, una sotterranea stazione in perenne attesa di un segnale di salvezza che non arriverà mai. Di fronte a questo eterno e insensato silenzio, Pulcinella continua ostinatamente a chiedere “E pecché?”, “E pecché?”, “E pecché?”, con un misto di rabbia, di superbia, di strafottenza, di incredulità e di sfida. Il silenzio è la voce del potere alla quale Pulcinella oppone da sempre la sua stridula vocina da pulcino. Pulcinella è “sofistico”, a Napoli significa che spacca il capello in quattro, ma dopo aver spaccato le cose a metà per analizzarle non ha poi l’attitudine a ricomporre, a ricostruire. E’ filosofo sostanzialmente scettico, che per arrivare ad una ricomposizione avrebbe bisogno di un atto di fede, di una intuizione, di un atteggiamento di abbandono di cui non è capace. La sua straordinaria capacità di mettere in ridicolo il dogmatismo (memorabile “San Gennà, futtetenne” di Troisi) lo rendono un campione del popolo napoletano che in lui ritrova quella forza dionisiaca eruttiva e distruttiva, la cui massima espressione consiste nel mettere in dubbio qualsiasi cosa e il cui primo bersaglio è il dogma, il potere, in tutte le sue forme. Ma, come tutte le forze vulcaniche, quella lava è destinata presto a seppellire tutto. Lo spirito critico si ritorce contro se stessi, distrugge tutto e per questo forse, a Napoli, qualunque rivoluzione sembra destinata prima o poi a diventare un souvenir. E pecché? E pecché? E pecché? Ma Pulcinella non può fermarsi mai, muove guerra persino alla morte, e quello è uno scontro filosofico di fronte al quale non può più essere “sofistico” ma deve vincere… a suon di mazzate”.

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