28/01/2025
ore 21:00
29/01/2025
ore 17:00
30/01/2025
ore 17:00
31/01/2025
ore 21:00
01/02/2025
ore 19:00
02/02/2025
ore 18:00

IL FU MATTIA PASCAL
dal romanzo di Luigi Pirandello
libero adattamento di Marco Tullio Giordana e Geppy Gleijeses
regia Marco Tullio Giordana
con Geppy Gleijeses
con la partecipazione di Marilù Prati
e con Nicola Di Pinto, Roberta Lucca, Giada Lorusso, Totò Onnis, Ciro Capano, Francesco Cordella, Teo Guarini, Davide Montalbano, Francesca Iasi
scenografia e luci Gianni Carluccio
costumi Chiara Donato
musiche Andrea Rocca
contributi video Luca Condorelli – Vertov
aiuto regia Davide Montalbano

produzione Gitiesse Artisti Riuniti diretta da Geppy Gleijeses, Teatro della Toscana – Teatro Nazionale, United Artists

Geppy Gleijeses interpreterà uno dei personaggi più iconici della letteratura pirandelliana Mattia Pascal. Un uomo creduto e poi fintosi morto, quando “risuscita” s’accorge che non può essere riammesso nella società, nella famiglia, perché per la società, per la famiglia egli è morto davvero. Quale prova più scintillante del sentimento del contrario? Disonestà e purezza, vita-morte nel grande caleidoscopio della certezza sociale, che bolla come sicuro quello che non esiste e come inesistente quello che vive. E dentro una tessitura umoristica, elementi riflessivi e irrazionali sconvolgono quella quarta parete, che nel teatro come nel romanzo dovrebbe essere protezione d’impersonalità, come se l’autore stesso e il pubblico non esistessero.
Attraverso questa trasformazione, Pirandello esplora temi come l’identità, la libertà e il destino, offrendo una riflessione profonda sulla natura umana e sulla ricerca di sé stessi. Il significato che Il fu Mattia Pascal assume nello sviluppo dell’opera pirandelliana è ben lontano dall’essere riconosciuto ancor oggi pienamente, pur trattandosi di un’opera che ebbe grande fortuna. E, incredibilmente, pur nascendo come romanzo (e che romanzo!) è uno dei titoli teatrali pirandelliani di maggior successo, se non quello di maggior “chiamata”. È una “farsa trascendentale” retta sull’assurdo.

“Il malinconico essere moderno, dall’occhio strabico, l’osservatore della vita, volta a volta cinico, amaro, melanconico, sentimentale” (Antonio Gramsci).