Antonio Calenda firma la regia del pirandelliano Il piacere dell’onestà. Scritto nel 1917 e ispirato alla novella Tirocinio, è la storia di Angelo Baldovino, uomo di poco conto, dalla moralità accomodante, che accetta per denaro di sposare Agata, l’amante incinta del marchese Fabio Colli, il quale non può sposarla perché già ammogliato. Un matrimonio di facciata, dunque, che consentirà a tutti di continuare tranquillamente a farsi i fatti propri. Ma le cose prendono una piega inaspettata. Angelo, che per la prima volta si sente investito d’una missione che lo riabiliterà di fronte agli altri e ai suoi stessi occhi, aiuterà la ragazza lasciata sola, darà il suo nome al nascituro e sarà utile anche allo stesso marchese Fabio, vittima d’una moglie che lo tradisce: si batterà per l’onestà rigorosamente, per riscattare finalmente la sua vita con un ideale da seguire che, dice, gli procura «il piacere dei Santi negli affreschi delle chiese». Ma così manda all’aria i progetti di Fabio che, non trovando più accoglienza da parte di Agata, ormai impegnata soltanto ad essere una buona moglie e una buona madre, proverà a sbarazzarsi del “traditore”.