LA FESTA
Compagnia Scimone Sframeli
in collaborazione con Fondazione Orestiadi Gibellina
di Spiro Scimone
(Premio Candoni Arta Terme per la nuova drammaturgia XXVII ed.)
regia Gianfelice Imparato
con Francesco Sframeli, Nicola Rignanese, Spiro Scimone
scene Sergio Tramonti
musiche Patrizio Trampetti
Spiro Scimone, che ha iniziato a scrivere per il teatro in dialetto messinese, ha “espugnato” a neanche quarant’anni la gloriosa Comédie Française, proprio con La festa, lo spettacolo proposto dal Mercadante nel prossimo mese di gennaio.
Un padre, una madre, un figlio. Una giornata qualsiasi, uguale a tutte le altre, scandita dal gioco crudele delle reciproche insofferenze. Si festeggiano trent’anni di matrimonio, nello spazio geometrico di una astratta cucina, il chiuso contenitore di quel microcosmo familiare. Dove ciascuno dei tre personaggi recita la propria parte.
La festa è il primo testo scritto da Spiro Scimone in lingua italiana, dopo i due precedenti in dialetto messinese,Nunzio e Bar, di cui è stato anche interprete efficace, sempre in coppia con Francesco Sframeli. Ma è un italiano molto meridionale, il suo, nella costruzione della frase come nella cadenza impressa dagli interpreti. Sono dialoghi brevissimi, fatti di battute di poche parole. Con un uso molto musicale, quasi jazzistico, della frase e della parola, su un ritmo sincopato che mette in evidenza le frequenti ripetizioni e variazioni di un medesimo tema.
Si conferma in questo lavoro l’originalità di una della voci più autentiche della nuova drammaturgia italiana.