LA GOVERNANTE
con Pippo Pattavina (Leopoldo Platania), Giovanna Di Rauso (Caterina Leher), Max Malatesta (Alessandro Bonivaglia), Marcello Perracchio (Portiere), Giovanni Guardiano (Enrico), Veronica Gentili (Elena), Chiara Seminara (Jana), Ramona Polizzi (Francesca)
scene e costumi Santuzza Calì
musiche Pippo Russo
luci Franco Buzzanca
produzione Teatro Stabile di Catania
In abbonamento a scelta
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Maurizio Scaparro affronta il testo del 1952 di Vitaliano Brancati , La governante, che subì l’immediato divieto da parte della censura per il tema, allora molto “scottante”, dell’omosessualità trattato nella commedia, sebbene l’autore sostenesse che “la sostanza della vicenda è più la calunnia che l’amore fra due donne”.
Sullo sfondo di un complesso discorso sull’etica e sulla responsabilità individuale, il testo è pieno di accenti polemici contro l’ipocrisia dei benpensanti cattolici, il filocomunismo borghese, i princìpi della Sicilia baronale e la censura stessa.
La vicenda de La Governante è imperniata su Caterina Leher, governante francese assunta in casa Platania, famiglia siciliana e borghese trapiantata a Roma, il cui patriarca, Leopoldo, ha sacrificato la vita di una figlia, morta suicida, ai pregiudizi della sua morale. Caterina è calvinista e viene considerata da tutti un modello d’integrità. Vive perciò segretamente la propria “sessualità”, una “colpa” cui si aggiunge quella di aver attribuito a una giovane cameriera dei Platania le proprie tendenze, causandone il licenziamento. Caterina si sente responsabile della morte della ragazza, coinvolta in un incidente mentre tornava al Sud: un peccato insostenibile, lacerante, che la governante deciderà di espiare con il suicidio.
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