27 ottobre | 14 novembre 2004
inaugurazione stagione teatrale | prima assoluta
Mercadante Teatro Stabile di Napoli
Nuovo Teatro Nuovo Teatro Stabile d’Innovazione
La Piramide!
di Copi
traduzione Luca Coppola e Giancarlo Prati
regia Arturo Cirillo
con Gea Martire, Monica Piseddu, Arturo Cirillo, Rosario Giglio, Salvatore Caruso, Fabio Palmieri
scene Massimo Bellando Randone
costumi Gianluca Falaschi
musica Francesco De Melis
luci Andrea Narese
aiuto regia Paolo Cresta
Con la messa in scena di La Piramide!, Arturo Cirillo prosegue il suo viaggio nel teatro comico iniziata con lo scarpettiano Mettiteve a fà l’ammore cu me!, seguito dal più recente, acclamato L’ereditiera di Annibale Ruccello. Due spettacoli, da Cirillo anche interpretati oltre che diretti, che lo hanno imposto all’attenzione di un vasto pubblico, della critica e degli operatori.
“C’è un filo che, quasi inconsapevolmente, si sta dipanando nelle mie scelte teatrali. Un percorso attraverso forme di comicità sempre più contemporanee, in qui però il rapporto con un passato, più o meno mitico, permane. Quindi se Mettiteve a fà l’ammore cu me! era un testo ottocentesco trasportato nel novecento, L’ereditiera era un testo contemporaneo travestito da ottocento. E La Piramide!? Che cos’è La Piramide! ? La fine di un mondo (o del mondo?). Una terra di nessuno in cui si ritrovano una regina inca, una principessa inca, un gesuita, un topo, una vacca sacra, un turista. Interpreti di un atroce varietà, l’ultimo varietà possibile: quello della catastrofe. Uno scrittore e disegnatore argentino, omosessuale, trasferitosi a Parigi e morto di Aids, ci racconta come il nostro mondo ha continuamente bisogno di uccidere altri mondi (gli antichi imperi precolombiani, le civiltà mediorientali…) per continuare ad esistere. Un tempo bramosi d’oro, oggi di petrolio, annientiamo visioni della vita che crediamo “primitive”. Tutta l’opera di Copi mi appare una incessante lotta dell’irrazionale contro la ragione, del mito contro la storia: uno scandalo che dura da dieci mila anni. In un luogo di sopravvissuti, com’è il teatro (o una piramide inca), un gruppo di attori, collaboratori e produttori, daranno vita a questa folle metafora del potere, con semplicità, immediatezza, divertimento, trasfigurazione”.
Arturo Cirillo
P.S. I teatri, come le piramidi, sono luoghi fuori dal tempo, dove i morti convivono con i vivi, per la gioia di entrambi. Allora vorrei aggiungere ai facenti parte di questo gruppo anche Luca Coppola e Giancarlo Prati, che hanno traghettato le parole di Copi da una lingua ad un’altra. Penso anche a loro come compagni di questo viaggio.