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L’ABISSINA. PAESAGGIO CON FIGURE

testo e regia Ugo Chiti

TEATRO MERCADANTE 8 Febbraio 2012   19 Febbraio 2012
date da definire

Isa Danieli in
L’Abissina
Paesaggio con figure
testo e regia Ugo Chiti
con Barbara Enrichi
e Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci
e con Lorenzo Carmagnini, Andrea Corti, Giulia Rupi, Cristina Torrisi scene Daniele Spisa
costumi Giuliana Colzi
luci Marco Messeri
musica originale e adattamento Vanni Cassori e Jonathan Chiti
produzione Arca Azzurra Teatro e ErreTiTeatro30

Uno  spaccato di vita contadina sospeso tra cupezza e comicità. Un viaggio nei primi anni del Novecento, all’origine della nostra storia la cui eco si riverbera fino agli anni della cronaca più recente. Paesaggio con figure è la prima pietra di quell’edificio drammaturgico che Ugo Chiti ha costruito intorno alla sua Arca Azzurra per raccontare attraverso il microcosmo rurale toscano un paesaggio ben più vasto, quello della storia del nostro intero paese nel corso di tutto il secolo scorso fino ad approdare a questi anni 2000. Non è

Uno  spaccato di vita contadina sospeso tra cupezza e comicità. Un viaggio nei primi anni del Novecento, all’origine della nostra storia la cui eco si riverbera fino agli anni della cronaca più recente. Paesaggio con figure è la prima pietra di quell’edificio drammaturgico che Ugo Chiti ha costruito intorno alla sua Arca Azzurra per raccontare attraverso il microcosmo rurale toscano un paesaggio ben più vasto, quello della storia del nostro intero paese nel corso di tutto il secolo scorso fino ad approdare a questi anni 2000. Non è un caso che tale testo, messo in scena la prima volta dalla compagnia nel 1993, abbia trovato in Isa Danieli un interesse così forte da suggerirne il riallestimento che vedesse la grande attrice napoletana al centro della vicenda, a suo modo “verghiana”, del balletto tragicomico intorno al vecchio despota Lucesio che, in un’agonia continuamente interrotta, sempre sull’orlo della morte da tutti invocata, è alla ricerca di un erede degno della sua “roba”, in un crescendo parossistico di nascite mostruose.