ore 21:00
ore 18:00
ore 21:00
ore 18:00
ore 17:00
ore 21:00

GUAPPO E ALTRI ANIMALI

regia e spazio scenico Francesco Saponaro
con Giovanni Ludeno e Leone Curti
scene Luigi Ferrigno
costumi Zaira de Vincentiis
disegno luci Gigi Saccomandi
musica Paolo Petrella

assistente alla regia e video Renato Zagari datore luci Fulvio Mascolo
fonico Diego Iacuz macchinista Domenico Pepe assistente scenografo Armando Alovisi 
assistente ai costumi Elena Soria materiale fonico elettrico Emmedue

produzione Teatro Stabile di Napoli

si ringraziano
Stazione Zoologica Anton Dohrn-Napoli, Andrea Esposito, Simone Petrella, Rosalba Ruggeri

Note di regia

“[…] pensiamo (ma non potremo mai verificarlo) che l’animale condivida con noi lo sgomento di chi è stato sbattuto sulla Terra senza sapere bene il perché. Sentiamo un destino comune che ci unisce, anche se poi, in fondo, gli animali sono più sfortunati di noi. Il loro destino è spesso più duro del nostro”. Forse sarà la sensazione di frattura definitiva tra uomo e natura, alcune coincidenze biografiche, i rimandi ai territori dell’animo e a certi luoghi che riconosco come familiari, il mare e la fauna di una regione che sembra aver smarrito – irrimediabilmente – la sua condizione di presunta beatitudine, ad avermi spinto a cercare tra le pagine di Guappo e altri animali i segni di un possibile viaggio teatrale. Se è vero che la narrativa, a volte, rischia di marcare una netta distanza dal teatro, con Raffaele La Capria accade, invece, che la sua sostanza letteraria ci accompagni vagabondando per gli itinerari di un io narrante che si interroga, sospeso tra la nostalgia dell’infanzia e la posizione etica dell’intellettuale più maturo. L’antologia di racconti che mi ha ispirato è, in realtà, un ‘personale bestiario’, un catalogo delle presenze animalesche che si annidano nella parte più primitiva di un immaginario carico di sgomento per le sorti che gli uomini hanno voluto riservare alla natura e all’universo animale. Guappo e altri animali affronta una delle più profonde questioni contemporanee: quel vincolo segreto che lega uomo e natura e che rischia, ormai, di essere definitivamente reciso. L’ultimo racconto è una struggente melopea dedicata al cane più amato, Guappo, un bastardello dallo strano pelo tigrato, creatura inerme ma felice di esistere e di amare, un vero can’ ‘e munnezza come si dice a Napoli, trovato da cucciolo tra i rifiuti e guarito dalla rogna, prima di diventare inseparabile e fedele compagno di vita. Ho chiesto a Giovanni Ludeno – attore con il quale ho condiviso importanti esperienze teatrali – di accompagnarmi in questo territorio, alla scoperta di un possibile dialogo tra il teatro e la letteratura di uno dei maggiori autori del secondo Novecento italiano. Ho voluto ambientare questo intimo dialogo tra uomo e animale davanti a una delle tante vasche che imprigionano la libertà dei pesci, tra i corridoi umbratili della Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’ di Napoli. Perché dietro la diapositiva traslucida di una bella giornata, dietro quest’ansia pulsionale di vita e di gioia, resta sempre in agguato il presagio del dolore… e si finisce in due – uomo e animale – a guardarsi negli occhi, divisi da un abisso, sospesi nel mistero di una separazione avvenuta in un’epoca ormai troppo remota.

Note sul progetto

Per continuare a valorizzare la funzione “sperimentale” di spazio riservato alla varietà delle proposte e alla ricerca “in vitro” di nuove forme sceniche del Ridotto, lo Stabile propone un secondo progetto in continuità con quello dedicato alla Ortese, imperniandolo sulle opere di un altro scrittore che tanta parte della sua produzione ha dedicato a Napoli, Raffaele La Capria.

A partire da L’armonia perduta – in cui l’autore descrive la rivoluzione napoletana del 1799, la guerra mortale tra plebe cittadina e borghesia colta – i cinque registi coinvolti nel progetto allargheranno la loro indagine teatrale sui temi affrontati da La Capria in altre sue opere sulla città, quali la nostalgia, la ferita infertale dalla storia e quella covata in fondo al cuore, la luce e il buio della ragione, la perdita straziante di qualcosa che forse non c’è mai stato, ma di cui si continuano a cercare le tracce per tutta la vita.

Invalid Displayed Gallery