LE TROIANE
di Euripide
traduzione Monica Centanni
regia Valery Fokin, Nikolay Roshchin
con Angela Pagano, Leandro Amato, Cinzia Cordella, Giovanna Di Rauso, Antonio Marfella, Serena Marziale, Francesca Muoio, Autilia Ranieri, Federica Sandrini
e con gli allievi della scuola del Teatro Stabile di Napoli Armando Alessandro Balletta,
Elisa Guarraggi, Angela Bertamino, Vincenzo Esposito, Dario Rea, Francesco Roccasecca, Carlo Geltrude, Gaetano Migliaccio, Umberto Salvato, Francesco Scolaro
regia riallestimento Rosario Sparno
scene e costumi Nikolay Roshchin, Andrei Kalinin
luci Gigi Saccomandi
musiche Ivan Volkov
assistente alla regia Angela Carrano
costumista assistente Annalisa Ciaramella
direttore di scena Silvio Ruocco
macchinista Alessio Cusitore
capo elettricista Peppe Cino
elettricista Ciro Petrillo
fonico Diego Iacuz
operatore video Alessandro Papa
cameraman Sebastiano Mazzillo
attrezzista Marco Di Napoli
sarta Francesca Colica, Daniela Guida
trucco Sveva Germana Viesti
foto di scena Marco Ghidelli
produzione Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia
in collaborazione con Teatro Alexandrinsky – San Pietroburgo
Nell’ambito dell’accordo triennale stretto tra il Teatro Stabile di Napoli e il Teatro Alexandrinsky di San Pietroburgo, il regista russo Valery Fokin insieme a Nikolay Roshin allestisce a Napoli con un cast italiano, che vede protagonista Angela Pagano, Le troiane di Euripide. Rappresentata per la prima volta nel 415 a.C., l’opera venne messa in scena nell’ambito di una trilogia legata alla guerra di Troia. Dopo la caduta della città, le troiane vengono assegnate come schiave ai vincitori. Cassandra ad Agamennone, Andromaca a Neottolemo, Ecuba ad Odisseo. È il dramma del dolore degli sconfitti e della sventura di fronte alla aggressività dei vincitori. La vittoria è però solo apparente, poiché ognuna delle protagoniste dell’opera trova il modo di reagire, a proprio modo, alla tremenda sventura che l’ha colpita. I vincitori, di contro, che sono poi alcuni dei più grandi eroi della mitologia greca, si comportano per lo più come crudeli aguzzini, capaci della più bruta barbarie senza la minima remora. Le donne troiane in definitiva hanno perso tutto, ma non la loro dignità umana, che invece gli spietati soldati greci sembrano non aver mai posseduto.
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