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LETTERE A BERNINI

ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari regia Marco Martinelli
in scena Marco Cacciola
scene Edoardo Sanchi

musiche originali e sound design Marco Olivieri disegno luci Luca Pagliano
tecnico audio Fagio
consulenza linguistica Valeria Pollice e Gianni Vastarella

produzione Albe/Ravenna Teatro, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

Attraverso il suo testo originale e la voce monologante dell’attore, Martinelli ci mostra un Seicento che parla di noi, sospeso tra il secolo della Scienza nuova e l’attuale imbarbarimento, portandolo in scena in un allestimento unico e speciale per un luogo che conserva opere d’arte senza tempo: Gallerie d’Italia.

Un giorno d’estate dell’anno 1667, esattamente il 3 agosto, nel suo studio di scultore, pittore e architetto, il vecchio Gian Lorenzo Bernini, la massima autorità artistica della Roma barocca, è infuriato con Francesca Bresciani, intagliatrice di lapislazzuli che ha lavorato per lui nella Fabbrica di San Pietro e che ora lo accusa, di fronte ai cardinali, di non pagarle il giusto prezzo per il suo lavoro. Nell’infuriarsi con la donna, Bernini evoca l’ombra dell’odiato rivale, Francesco Borromini, il geniale architetto ticinese. Un’evocazione in absentia, al pari di quelle dei suoi allievi, ai quali Bernini si rivolge, discutendo con loro, mettendoli in posa, facendoli recitare nelle commedie da lui scritte e dirette, perché imparino a incarnare gli affetti, i sentimenti che dovranno trasferire nel marmo. Quando, poi, giungerà la notizia inaspettata del suicidio di Borromini, la furia cederà il passo alla pietas: per la tremenda depressione che aveva colpito il rivale in quegli ultimi anni e, al contempo, per l’incessante guerra che gli artisti si fanno, tutti contro tutti, per il loro “sgomitare sotto il cielo”, come direbbe Thomas Bernhard.
Travolto da quella pietas, Bernini giungerà a riconsiderare l’opera del collega, riconoscendone l’alto valore.
Chi può comprendere fino in fondo la grandezza di un artista? Il suo rivale. Il suo avversario. Il suo simile.

Lo spettacolo è realizzato nell’ambito della collaborazione
tra il Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e Gallerie d’Italia
che prevede la realizzazione di attività di didattica museale rivolte alle scuole.

"Martinelli ci mostra un Seicento che parla di noi, sospeso tra il secolo della Scienza nuova e l’attuale imbarbarimento"