Ospitalità
9 – 20 aprile 2008 | Sala Mercadante
Gli Ipocriti
Madre Coraggio
di Bertolt Brecht
drammaturgia Antonio Tarantino
traduzione Roberto Menin
regia Cristina Pezzoli
con Isa Danieli, Alarico Salaroli, Marco Zannoni, Lello Serao, Arianna Scommegna, Gianluca Musiu, Xenia Bevitori, Jacopo Bicocchi, Matteo Cremon, Carlo Caracciolo, Tiziano Ferrari, Vesna Hrovatin, Paolo Li Volsi, Fabio Mascagni, Aurora Peres, Yang Shi, Luigi Tabita
scene Bruno Buonincontri
costumi Gianluca Falaschi
arrangiamenti musicali e suoni di Pasquale Scialò
musiche Paul Dessau
La voglia di mettersi continuamente in discussione e di tentare nuove strade è il carattere distintivo di Isa Danieli, attrice profondamente radicata nella tradizione, ma, nello stesso tempo, musa ispiratrice della nuova drammaturgia napoletana.
Sotto la guida di Cristina Pezzoli, che l’ha già diretta con successo ne La Celestina di Fernando De Rojas, inFilumena Marturano di Eduardo De Filippo e in Tomba di cani della giovanissima Letizia Russo, Isa Danieli si misura con uno dei capolavori brechtiani più rappresentati e discussi, Madre Coraggio e i suoi figli.
Centrato sulla figura della vivandiera Anne Fierling, durante la Guerra dei Trent’Anni, questo dramma ha rappresentato, fin dalle sue prime rappresentazioni, un campo d’indagine e di proiezioni spesso contrastanti sul valore simbolico della protagonista e del testo.
Un’opera di grande attualità, in un momento come quello presente, in cui la maggior parte delle guerre si combattono per motivi economici.
“Il vincolo di un testo, di ogni testo – dichiara Antonio Tarantino, autore della traduzione – non è la sua assoluta necessità, in ordine alle parole con le quali è stato creato come congegno espressivo, ma è la sua fatalità, ovvero il suo destino, la sua fortuna. Lo stesso autore avrebbe potuto riscrivere “la cosa” in cento modi differenti. E in ciò risiede l’infinitezza di un testo, di tutti i testi”.
“La guerra è solo la continuazione degli affari con altri mezzi, ma i grandi affari non li fanno la povera gente, e nella guerra le virtù umani diventano mortali” (Bertolt Brecht).