ore 21:00
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ore 18:00

MORTAL KABARET

con Riccardo Polizzy Carbonelli, Daniele Russo, Bruno Tramice, Michele Ruoppolo, Raffaele Parisi
Sergio Fenizia
contributi video a cura di Davide Franco
scene Francesco Esposito
costumi Maddalena Marciano
musiche originali Adriano Aponte
produzione Arteteca

“Mortal Kabaret”  – spiega Fabrizio Bancale nelle sue note di regia – “è un grottesco show televisivo che mette in scena le aspirazioni più basse della nostra vita quotidiana, che esalta i ‘valori’ più deprecabili di una società narcotizzata dallo strumento televisivo. Razzismo, intolleranza, ignoranza sono le parole chiave invocate dal nostro presentatore/imbonitore all’interno del suo spettacolo.
Che è un concorso a premi, ma anche un talk-show dedicato ai sentimenti, ‘per toccare con mano il dolore e conoscere il caso umano’. C’è poi la striscia di approfondimento sulla tendenza della moda giovanile, l’angolo pubblicitario, il momento musicale e l’immancabile reality… E su tutto il misuratore dell’audience, l’unico, il solo strumento che detta le regole e i tempi della trasmissione, e della vita.  Il linguaggio è quello televisivo, spesso volgare, limitato a slogan che, come spot pubblicitari, ‘arrivano direttamente al pubblico’, senza inutili, anzi spesso dannosi, intellettualismi. Non c’è più spazio per la dimensione mitica, ma la presunzione di ‘guardarsi allo specchio’, con la convinzione che le nostre vite siano simili a quelle degli ospiti, così, la tenaglia e la trappola commerciale diviene totale e magicamente assolutizzante: spacciando l’anomalia e la volgarità per normalità, il fine è unicamente promuovere ciò che fino a ieri rappresentava il male e il cattivo gusto…fino alle sue più tragiche conseguenze. Così, in uno studio televisivo supertecnologico, con maxi schermi in HD per collegamenti in diretta (‘in HD le emozioni sono più forti!’), l’abilità del presentatore/imbonitore e dei suoi ospiti (personaggi alienati, folli o semplicemente squallidi, tutti rigorosamente di sesso maschile: non vi è posto per la femminilità nello squallore e nella desolazione assoluti) svela i segreti dell’astuzia nel comunicare, nel manipolare il sentimento borghese e nel fare appello alle fragilità delle masse, in un crescendo di cinismo e follia. Segreti già abbondantemente conosciuti e utilizzati da politici e uomini di successo nel nostro presente, e recente passato…ma non solo. ‘M.K., proprio nella ‘coda’ cela il veleno più atroce, poiché molti di quegli slogans, molti di quei discorsi violenti e grotteschi, che parrebbero solo una trasposizione della tv attuale, hanno uno sconvolgente antenato ideale nel ‘Mein Kampf’ di Adolf Hitler in tutte quelle parti, e sono tante, che teorizzano il controllo delle menti attraverso la parola e l’Immagine. Molte parole e intere frasi sono, infatti, tratte letteralmente dal ‘Mein Kampf’ e sorprendono e spaventano per la loro attualità, soprattutto nei frammenti dedicati alle tecniche di comunicazione. Dalle parole di Hitler nasce in noi la consapevolezza del suo vero scopo: addormentare le coscienze, per fabbricarne un’altra, artificiale; scopo non dissimile da quello della pubblicità dei nostri giorni, e da quello del grande burattinaio televisivo che entra quotidianamente nelle nostre case. Ammiccamenti, doppi sensi, ignoranza e cinismo possono portarci indietro, terribilmente indietro. ‘Hitler’ può ancora verificarsi.

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