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07/05/2017
ore 18:00

MORTE DI DANTON
di Georg Büchner
traduzione Anita Raja

regia e scene Mario Martone

con (in ordine alfabetico) Giuseppe Battiston, Fausto Cabra, Giovanni Calcagno, Michelangelo Dalisi, Roberto De Francesco, Francesco Di Leva, Pietro Faiella, Gianluigi Fogacci, Iaia Forte, Paolo Graziosi, Ernesto Mahieux, Paolo Mazzarelli, Lino Musella, Totò Onnis, Carmine Paternoster, Irene Petris, Paolo Pierobon, Mario Pirrello, Maria Roveran, Luciana Zazzera, Roberto Zibetti

e con Matteo Baiardi, Vittorio Camarota, Christian Di Filippo, Claudia Gambino, Giusy Emanuela Iannone, Camilla Nigro, Gloria Restuccia, Marcello Spinetta

costumi Ursula Patzak 
luci Pasquale Mari 
suono Hubert Westkemper 

registi collaboratori Alfonso Santagata e Paola Rota
scenografo collaboratore Gianni Murru

si ringrazia per la collaborazione Bruno De Franceschi

foto di scena Mario Spada

 produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

Mario Martone dirige una compagnia di grandi interpreti nell’avvincente dramma di Büchner. Scandito come una sceneggiatura cinematografica, riunisce storia collettiva e storie individuali in un testo storico. Scritto in sole cinque settimane tra il gennaio ed il febbraio del 1835 dal ventunenne scrittore e anatomista Georg Büchner, in fuga dalle autorità dell’Assia dove era stato coinvolto in una rivolta, Morte di Danton (Dantons Tod) descrive l’atmosfera gli ultimi giorni del Terrore, la caduta di Georges Jacques Danton nel 1794 e l’antagonismo che lo contrappone a Maximilian Robespierre. Il testo si concentra proprio sulla contrapposizione tra i due protagonisti della Rivoluzione francese, compagni prima e avversari in seguito, entrambi destinati alla ghigliottina a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro.

Sotto l’apparenza del dramma storico Morte di Danton nasconde i nervi scoperti della condizione umana, così come sarà rivelata e rappresentata un secolo dopo, nel Novecento, con quella stessa incandescenza, la stessa disillusione, lo stesso urlo soffocato.
Per Büchner, come per Leopardi (La ginestra è di un anno dopo), la Storia non è che una macchina celibe, anche se le ragioni per scatenare la rivoluzione sono sempre tutte vive e presenti. Quello che commuove, in Morte di Danton, è la fragilità: sembra un paradosso, trattandosi di vicende che raccontano i protagonisti di un tempo in cui si è sprigionata una forza della quale ancora oggi sentiamo la spinta. Eppure nessuno di quegli uomini ha potutto sottrarsi, oltre che alla ghigliottina, alla verifica della propria impossibilità di invertire la rotta assegnata (da Dio? dalla Natura? dal nulla?) agli esseri umani, nonché di porre rimedio all’ingiustizia che da sempre regna sovrana.
Mario Martone

"Il Teatro Stabile di Napoli comunica che lo spettacolo MORTE DI DANTON previsto al Mercadante sarà rappresentato negli stessi giorni e orari al Teatro Politeama (Via Monte di Dio n. 80). Tutti coloro che sono in possesso del biglietto potranno presentarlo al Politeama nelle stesse date e orari previsti al Mercadante. "