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OCCHI GETTATI
Un de-coupage, 34 anni dopo
testo, ideazione scenica e regia Enzo Moscato
con Benedetto Casillo, Salvatore Chiantone, Raffaele Esposito, Tonia Filomena, Amelia Longobardi, Anita Mosca, Emilio Massa, Enzo Moscato, Antonio Polito
scena e costumi Tata Barbalato
luci Cesare Accetta 
selezione musicale Donamos
assistente alla regia Anita Mosca
fonica Teresa di Monaco
organizzazione Claudio Affinito
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Compagnia Teatrale Enzo Moscato / Casa del Contemporaneo

‘Occhi Gettati’ l’ho scritto e messo in scena oramai più di 30 anni fa.
A distanza di tanto tempo, se dovessi definire, ancora oggi, cos’era – cos’è – e cosa voleva significare, per me e per il teatro, non saprei dire.
Certo è che quando lo scrissi, venivo già da sei/sette anni di scrittura teatrale, diciamo così, canonica, ortodossa, e che avevo già vinto uno dei premi – forse il premio più importante in Italia – di drammaturgia; avrei potuto, dunque, riposare sugli allori e invece mi sentii in obbligo di rimettere tutto in discussione, per quel che mi riguardava. Di ricominciare daccapo, e, se possibile, con un altro e più radicale linguaggio scenico che era, per me, quello della poesia pura.
Scrissi allora questa sorta di soliloquio infinito in versi, che è ‘Occhi Gettati’: che potremmo definire, in breve, una sorta di picassiana guernica, una sorta di grande incendio, di grande rogo, di grande olocausto, del discorso tradizionale sul teatro, e su Napoli, e su me, poiché noi tre siamo profondamente la stessa cosa.
Nel bene e nel male, siamo la stessa.
Di che parla quest’ odierno ‘Occhi Gettati’ – un de-coupage, 34 anni dopo -?
Di tutto e di niente.
Dei miei fantasmi, reali o immaginari.
Del balletto di questi fantasmi, che è il balletto quaresimale e carnevalesco di me stesso e della città di cui sono carne e sangue.

Enzo Moscato