25/06/2015
26/06/2015
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28/06/2015

un percorso di ricerca antropologica, testi, drammaturgia e creazione di Mimmo Borrelli
con (in ordine di apparizione) Paolo Fabozzo, Federica Altamura, Enzo Gaito, Andrea Caiazzo, Renato De Simone, Isabella Lubrano, Sara Scotto di Luzio, Sara Guardascione, Veronica D’Elia, Mimmo Borrelli, Riccardo Ciccarelli, Lucienne Perreca
musiche Antonio Della Ragione e Gianluca Catuogno
luci Cesare Accetta
elementi scenografici e spazio scenico Luigi Ferrigno
costumi 0770
oggetti di scena Armando Alovisi
maschere Gennaro Staiano
sound design Gianluca Catuogno e Antonio Della Ragione
ricerca antropologica e interviste Dario Scamardella e Michele Schiano Di Cola
fonica Alessandro Papa
luci Cristian Benitozzi
sarta Gaia Sarnataro
produzione Teatro Stabile di Napoli
in collaborazione con Opera Pia al Purgatorio ad Arco Onlus, Associazione Culturale Sciaveca, Progetto “Purgatorio ad Arco: un arco sul territorio”

si ringrazia il fotografo Luigi Maffettone

Mimmo Borrelli, considerato uno dei maggiori drammaturghi contemporanei, torna allo Stabile da autore, regista e attore con Opera Pezzentella, testo in versi scritto dopo due anni dedicati a raccogliere testimonianze e storie legate al culto delle anime pezzentelle.

Tale cerimonia teatrale di chiusura e riapertura, in una transizione della chiesa verso il teatro, in un tentativo velleitario di risalire, ascendere e tendere alla scala purgatoriale e scivolosa della scena, non vuol altro che essere il suggello emotivo di un’esperienza durata due anni sulla quale non posso non soffermarmi e nello stesso tempo non fermare, anche voi lettori e probabili spettatori, anche se in tal caso amerei definirvi “anime compagne”. Anime incontrate e nelle quali spero d’imbattermi, alla strenua fine di un cammino passionale, “calvarico”, gioioso e doloroso allo stesso tempo e rispetto al quale, allo stesso istante, è doveroso che io vi racconti, espliciti senza ipocrisia e retorica: l’orma dopo sabbia, l’impronta infissa in polvere, il passo dopo passo, scalzo e ramingo del suo percorso. Dunque mi perdoneranno i giornalisti e gli addetti ai lavori che spesso mi seguono, ma questo scritto non vuole essere una mera scheda di presentazione di un mio evento teatrale, bensì, nella speranza di essere compreso anche nell’essere frainteso, un resoconto umano, la cronaca di un mio tortuoso tragitto che finalmente, mi riporta e “ritorna” a Napoli e, giudicherete voi se fortunatamente o meno, fuori dai gangheri e dalla trafila, un tempo lieta delle istituzioni teatrali, nella miseria delle mie traversie di salute, ma nella gioia di risorgere come ad un nuovo cammino, caino-errante, un nuovo ascolto peregrino… accolto da una Confraternita di folli, che mi hanno spinto e dato residenza, con lieto onore aprendo le porte di un mondo per me sconosciuto: quello delle ormai famigerate “capuzzelle”; magari terribile nella sua bellezza o orribile nella sua inattesa indifferenza.

Mimmo Borrelli