Padrone e sotto
Liberamente tratto dal riadattamento di Gennaro Vitiello de “Il signor Puntila e il suo servo Matti” di B. Brecht
regia Alessandro Tedesco
con Carmen Amoroso, Gabriele Bacco, Massimiliano Costabile, Gabriele De Dominicis, Mauro De Simone, Alessio Sordillo, Alessandro Tedesco, Max Max, Michela Ventre
accompagnamento musicale live Gabriele De Dominicis
scene e costumi Max Max
regia audio e luci Luciano Cappiello
Associazione culturale Compagnia Live
“Padrone e sotto” nasce dal riadattamento ad opera di Gennaro Vitiello (attore e regista, cofondatore del Teatro Esse) del testo di B. Brecht “Il signor Puntila e il suo servo Matti”.
Per la messa in scena di questo testo si è scelta una soluzione minimalista, soprattutto per quanto riguarda la scenografia ed il disegno luci. Un tavolino da bar, qualche sedia, un lampione ed una panchina; ricreando in tal modo la classica piazza di un piccolo borgo dell’Italia del primo dopoguerra. Il desiderio è stato da subito quello di ricercare piccoli dettagli che potessero, silenziosamente, suggerire al pubblico suggestioni di grandi sentimenti universali e pensieri o vissuti personali. Per questo motivo si è deciso di optare per una scena fissa e che fossero i cambi di luci a dividere i due ambienti principali in cui si concentrano le parti più salienti dello svolgimento e della narrazione.
I personaggi strizzano l’occhio a quelli caratteristici che hanno reso celebri le farse di Raffaele Viviani, sebbene spesso se ne distacchino completamente, ricercando e trovando momenti di profonda introspezione. Sicuramente il più esasperato fra tutti questi personaggi è proprio il Signor Puntila, che incarna il padrone a cui tutto è concesso ma che, in realtà, non è libero. I suoi padroni sono una società che corre troppo veloce e l’alcol. Quest’ultimo diviene l’unico strumento che lo aiuta a fuggire dalla lucidità e dalla razionalità quotidiane che tanto lo spaventano.
È un continuo comunicare i disagi di una società che si sente spaesata, confusa, sola. Anche per questo, i vestiti di scena sono stati realizzati in stile bohémien, proprio per sottolineare in questi personaggi uno stato di “non appartenenza” e di non comprensione da parte della società.
Per enfatizzare il sovvertimento sociale ed il disordine. Ed il conseguente scambio di ruoli e di classi sociali.