12/03/2019
ore 21:00
13/03/2019
ore 21:00
14/03/2019
ore 18:00

PETRUSKA
coreografia e spazio Virgilio Sieni
musica Igor Stravinskij
interpreti Jari  Boldrini, Ramona Caia, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti, Giulia Mureddu,  Andrea Palumbo
luci Mattia Bagnoli
costumi Elena Bianchini
produzione Teatro Comunale di Bologna
La Compagnia è sostenuta da Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Toscana, Comune di Firenze

Petruska è anticipato e introdotto da
CHUCRUM
coreografia e spazio Virgilio Sieni
musica Giacinto Scelsi
interpreti Jari  Boldrini, Ramona Caia, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti, Giulia Mureddu,  Andrea Palumbo
luci Mattia Bagnoli
costumi Elena Bianchini

Petruska getta un legame con l’impossibile. Tra noi e il vuoto, tra noi e il nascosto. Pétruska è una marionetta e non è una marionetta, convive nei due mondi, nelle due visioni e esperienze, trascendendo l’esistenza stessa dell’uomo per identificarsi con il gesto liberatorio. Non un semplice scatenamento, ma ascensione per cadere nuovamente nell’esperienza dell’umano. La vita come palestra verso la natura intrecciata da una geografia di sentimenti che ci indica quanto essa, la vita, vada vissuta per quello che è: un travasare inarrestabile da un’esperienza all’altra, e allo stesso tempo esperienza trascendentale, dove il corpo è messo in opera nella sua essenza archeologica, capace di creare un’infinità di gesti e posture figurali secondo un sistema di combinazioni articolari.
Petruska è qui in cammino tra lazzi e innamoramento, tra gioco e tragedia, si dimentica della sua incorporeità e da angelo delle fiere e del divertimento apre uno squarcio nella vita.  Ci permette di penetrare in quel tratto dell’immaginario dove l’essere marionetta ci guida nel vissuto: marionetta che disattiva con le sue movenze e le danze, l’inesorabile decadimento. Dunque, danzare fino alla fine del mondo, fin dal primo momento che già assapora di tragedia nonostante il clima festoso.
Qui la coreografia vuole rimanere fedele al mito di Petruska, così come amiamo alla follia le infinite fuoruscite di Pulcinella che donano leggerezza alla gravità delle azioni.
Lo spettacolo si sviluppa intorno alla relazione tra marionetta e tragedia, gioco e archeologia: un ciclo di azioni sentimentali sulla natura del gesto e l’abilità di stare al mondo.

Petruska è anticipato e introdotto da Chukrum.
La composizione musicale sembra addentrarsi nel “notturno del corpo” svelando piani percettivi che richiamano alla notte rivelatrice di un mondo di forze ancestrali, dell’ origine.
Il brano coreografico si pone in relazione col Petruska, con quello che sta prima e dopo, l’uomo nella sua ricerca continua dell’origine ma anche della leggerezza che segna il suo passaggio. Chukrum propone quattro quadri che introducono un altro punto di vista del fantoccio Petruska e delle sue vicende “umane”: uno sguardo sulla natura dell’uomo, dove il lato oscuro non è altro che l’essenza del corpo nel suo mostrarsi orfano di orpelli.
Tutto il brano allude alla nascita, non solo dell’uomo ma del bagliore che lo genera, del gesto che lo determina. Sembra che ogni avvento avvenga per via della luce, di aloni ed energie che formano una materia che rimane indeterminata, accennando al materializzarsi del corpo. Allo stesso tempo il respiro che risuona in queste apparizioni sembra avere un’ampiezza maggiore rispetto alla capacità data all’uomo di assorbire e restituire l’aria attraverso il suo organismo. L’ampiezza nel suo sostanziarsi attraverso la lentezza molecolare e indicibile dell’origine, introduce la figura del Petruska.