Salomè
di Oscar Wilde
traduzione Gianni Garrera
adattamento e regia Luca De Fusco
con Eros Pagni, Gaia Aprea, Anita Bartolucci, Alessandro Balletta, Silvia Biancalana, Paolo Cresta, Luca Iervolino, Gianluca Musiu, Alessandra Pacifico Griffini, Giacinto Palmarini, Carlo Sciaccaluga, Paolo Serra, Enzo Turrin
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
disegno luci Gigi Saccomandi
musiche Ran Bagno
coreografie e aiuto regia Alessandra Panzavolta
installazioni video Alessandro Papa
assistente alla regia Lucia Rocco
assistente alle scene Francesca Tunno
assistente ai costumi Sandra Banco
direttore di scena Teresa Cibelli
capomacchinista Nunzio Opera
macchinista Giuliano Barra
datore luci Christian Paul Ascione
elettricista Diego Contegno
fonico Italo Buonsenso
tecnico video Sebastiano Mazzillo
caposarta Daniela Guida
sarta Annalisa Riviercio
truccatrice Bruna Calvaresi
foto di scena Fabio Donato
realizzazione scene Retroscena
realizzazione costumi Tirelli – Farani
parrucche Rocchetti & Rocchetti – Audello
realizzazione calotta e riproduzione anatomica a cura di Crea Fx Srls
materiale elettrico, fonico e video Emmedue
trasporti Autotrasporti Criscuolo
produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Verona
prima assoluta
«Poche volte si verifica un caso di un titolo tanto noto quanto poco rappresentato. Salomé è un grande archetipo, un simbolo eterno di amore e morte ma la sua versione lirica è comunemente rappresentata mentre il capolavoro di Wilde sembra destinato più alla lettura che alla rappresentazione. In effetti i registri che Wilde usano oscillano tra il drammatico, l’ironico, l’erotico in una miscela che è effettivamente molto ambigua e di difficile rappresentazione proprio per i suoi meriti, ovvero per la sua originalità che la fa solo in apparenza somigliare ad una tragedia greca mentre in realtà ci troviamo di fronte ad una sorta di poemetto teatrale.
Perché allora affrontare una sfida così difficile? Innanzitutto per il gusto delle sfide. Uno dei modi di innovare il repertorio teatrale è anche quello di rimettere in circolazione testi che ne sono usciti per pigrizia mentale, per abitudine, per poco coraggio, di registi e Teatri.
Salomé è inoltre perfetta per il Teatro Grande di Pompei, essendo ambientata in epoca romana e non greca, come la maggior parte dei testi che rappresenteremo nel triennio che ci aspetta.
È poi nota la mia passione sulle contaminazioni tra teatro, danza, musica, cinema.
Salomé, con la sua luna piena incombente e allucinata, con la sua danza dei sette veli, sembra quindi un testo ideale per questo teatro “spurio” che prediligo da molto tempo.
Ma affrontiamo la sfida anche perché ci basiamo su un trio di attori di eccezione come Eros Pagni, Gaia Aprea e Anita Bartolucci, che incarneranno rispettivamente i ruoli di Erode, Salomé e Erodiade.
Questo progetto apre un ciclo di collaborazioni tra i teatri Stabili di Napoli e di Genova che vede coinvolti Marco Sciaccaluga e il sottoscritto come registi».
Luca De Fusco