THE OPEN GAME
liberamente ispirato a Open di Andrè Agassi
testo e regia Felice Panico
con Giovanni Ludeno, Alessandra Borgia, Ciro Damiano, Simone Borrelli
scene Luigi Ferrigno
costumi Alessandra Gaudioso
disegno luci Peppe Cino
creazioni video Alessandro Papa
capo macchinista Enzo Palmieri
elettricista Fulvio Mascolo
foto di scena Marco Ghidelli
produzione Teatro Stabile di Napoli
Liberamente ispirato al successo editoriale Open di Andrè Agassi, lo spettacolo non vuole essere solo la celebrazione di un campione dello sport, il tennis, ma il racconto di una vita esaltante e complicata. Felice Panico si confronta con il vissuto di un grande fuoriclasse che mette al centro se stesso come individuo problematico e non come campione indiscusso. Le sconfitte sono narrate con più partecipazione e con più entusiasmo delle vittorie, gli errori commessi raccontati con più coinvolgimento rispetto ai successi. Il protagonista ha compreso che la vittoria è un dato circoscritto e bugiardo, mentre la sconfitta è compagna di vita e che in ogni momento colloca nella giusta prospettiva i trionfi sul campo. Infine il dolore fisico, i traumi inflitti al suo corpo robusto e fragile allo stesso tempo, i difetti fisici congeniti che lo accompagneranno per tutta la carriera, lo rendono agli occhi del pubblico una fantastica reincarnazione di un moderno Filottete, conferendogli la dimensione dell’eroe tragico che continua imperterrito a lottare nonostante il suo corpo gli implori di smettere.
“… Ho voluto raccontare la storia di un archetipo sportivo in cui il protagonista alterna il monologo della sua esistenza interagendo col suo coach, con il suo padre padrone e mentore ossessivo, con la sua compagna, figura femminile incarnazione delle donne decisive nella sua vita, e soprattutto con gli eventi che ci restituiscono il sapore di un’intera epoca. Perchè The OPEN Game ci regala l’occasione per ricordare, anche attraverso immagini e musica, vent’anni della nostra vita, consentendoci di viaggiare su una macchina del tempo a bordo della quale ripercorreremo le atmosfere degli anni ottanta, novanta e dei primi anni duemila, costruendo la nostra piccola “enciclopedia pop” e ritrovando miti e riti che ormai ci appartengono. Il racconto individuale si trasformerà in racconto collettivo, ritroveremo le nostre vittorie, le nostre sconfitte, le nostre esaltazioni, le nostre frustrazioni sperando di recuperare il desiderio, in questi anni di crisi endemica, di non mollare, di risollevarci, di cercare sempre un nuovo gioco, una nuova partita, un nuovo incontro”.
Felice Panico
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