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IL MARE NON BAGNA NAPOLI – UN PAIO DI OCCHIALI

dal libro omonimo di Anna Maria Ortese

RIDOTTO DEL MERCADANTE 15 Ottobre 2013   20 Ottobre 2013
ore 21.00
ore 21.00
ore 18.00
ore 21.00
ore 21.00
ore 18.00

IL MARE NON BAGNA NAPOLI – UN PAIO DI OCCHIALI

regia Luca De Fusco
con Gaia Aprea
costumi Zaira de Vincentiis
disegno luci Gigi Saccomandi
musiche originali Ran Bagno
regista assistente Alessandra Felli
direttore di scena Teresa Cibelli
videoproiezioni Alessandro Papa
datore luci Angelo Grieco
fonico Diego Iacuz
assistente ai costumi Elena Soria
foto di scena Marco Ghidelli
produzione Teatro Stabile di Napoli

Tournée: Londra, Shaw Theatre, 8 novembre 2013

Tournée: Londra, Shaw Theatre, 8 novembre 2013

Note di regia

Da qualche tempo cerco di perseguire una linea di semplificazione del segno teatrale. Ho sempre creduto che la peculiarità di questo segno fosse il suo carattere spurio, il suo essere luogo di confluenza di ogni linguaggio scenico: la parola e il corpo dell’attore, la parola letteraria dell’autore, il contributo visuale di scene e costumi, quello acustico della musica, etc. Il territorio del teatro subisce però, ormai, tali e tanti invasioni, da dover creare una sua nuova specificità, lavorando per sottrazione. Questa ricerca trova un’espressione naturale

Tournée: Londra, Shaw Theatre, 8 novembre 2013

Note di regia

Da qualche tempo cerco di perseguire una linea di semplificazione del segno teatrale. Ho sempre creduto che la peculiarità di questo segno fosse il suo carattere spurio, il suo essere luogo di confluenza di ogni linguaggio scenico: la parola e il corpo dell’attore, la parola letteraria dell’autore, il contributo visuale di scene e costumi, quello acustico della musica, etc. Il territorio del teatro subisce però, ormai, tali e tanti invasioni, da dover creare una sua nuova specificità, lavorando per sottrazione. Questa ricerca trova un’espressione naturale nel progetto Il mare non bagna Napoli e segnatamente nel racconto che ho tenuto per me: Un paio di occhiali. Con un racconto così bello, così lancinante e così eloquente, si può facilmente sottrarre. Niente scene, anche perché ritrarre un
vicolo di Napoli, via Roma, la stanza della marchesa e il basso di Eugenia sarebbe impresa impossibile. Niente azione scenica, perché bisognerebbe girare un film più che fare uno spettacolo. Niente. Teatro grado zero. Solo Gaia, la luce di Gigi Saccomandi, e sopratutto la parola della Ortese. Si può fare un’ora di teatro con così pochi elementi? Da questo senso di sfida, di scommessa, nasce l’idea di questo piccolo spettacolo.
Nota sul progetto

Sempre più stiamo tentando di caratterizzare lo spazio del Ridotto come luogo di pertinenza quasi esclusiva delle nostre produzioni e come luogo di ricerca e studio più che come sede di confezione di veri e propri “prodotti teatrali”. In questo disegno si inserisce il progetto de Il mare non bagna Napoli. Non ho bisogno di presentare il volume di racconti della Ortese: una delle opere di bellezza più lancinante e poetica sulla Napoli del dopoguerra. Le pagine della Ortese non sono evidentemente scritte per il teatro ma hanno una risonanza che fa spesso pensare ad una naturale derivazione teatrale. I racconti sono molto diversi: alcuni intimi, altri di grande respiro corale, alcuni realistici, altri surreali fino all’espressionismo. Abbiamo allora pensato di affidare a cinque registi diversi la trasposizione dei cinque racconti. Ho tenuto per me, e per Gaia Aprea, il primo racconto, Un paio di occhiali, e affidato ad un gruppo, in cui prevale largamente il sesso femminile, la trasposizione degli altri racconti. Ci siamo dati delle regole: grande essenzialità per l’aspetto scenografico, unitarietà nella scelta dei collaboratori del regista: Zaira De Vincentiis come costumista e Gigi Saccomandi come light designer; fatte salve alcune premesse di continuità abbiamo lasciato che i cinque piccoli spettacoli trovassero ognuno la sua strada e si differenziassero in modo analogo a quanto sono diversi i racconti. Il risultato almeno un sicuro vantaggio lo avrà procurato: far avvicinare o riavvicinare i nostri spettatori ad un volume di grande bellezza. Se siamo bravi e fortunati potrà capitare anche che si stabilisca una interessante varietà nella continuità e che i diversi registi e le diverse “compagnie” possano rispecchiare la comune versione amara, pessimista, tenera e malinconica di tutti i racconti ma anche la dimensione elegiaca del primo, intimista e quasi umoristica del secondo e così via.

Luca De Fusco

 

 

15 – 20 gennaio 2013 Un paio di occhiali, regia Luca De Fusco
29 gennaio – 3 febbraio 2013 Interno familiare, regia Paolo Coletta
11 – 17 febbraio 2013 Oro a Forcella, regia Alessandra Cutolo
25 febbraio – 3 marzo 2013 La città involontaria, regia Antonella Monetti
11 – 17 marzo 2013 Il silenzio della ragione, regia Linda Dalisi