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TRISTI TROPICI

Ideazione, coreografia, scene e luci Virgilio Sieni

TEATRO MERCADANTE 17 Novembre 2010   28 Novembre 2010

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TRISTI TROPICI

ideazione, coreografia, scene e luci Virgilio Sieni
interpretazione e collaborazione Simona Bertozzi, Ramona Caia, Elsa De Fanti, Michela Minguzzi, Filippa Tolaro
musiche originali Francesco Giomi
luci Marco Santambrogio, Virgilio Sieni
costumi Lydia Sonderegger
maschere e elementi scenici Chiara Occhini
una produzione Compagnia Virgilio Sieni
in coproduzione con La Biennale di Venezia, Berliner Festspiele – Spielzeiteuropa, Bitef Theatre – Belgrade, Biennale de la Danse de Lyon
in collaborazione con Teatro Stabile di Napoli

in abbonamento

In occasione delle rappresentazioni di Tristi Tropici e dell’anniversario della scomparsa del grande antropologo, avvenuta a Parigi il 1 novembre 2009 all’età di 100 anni, lo Stabile promuove venerdì 19 novembre alle 17.30, al Mercadante, l’incontro pubblico a cura del Prof. Marino Niola, Le arti di Claude Lévi-Strauss, con interventi e contributi del coreografo Virgilio Sieni, del giornalista di la Repubblica Antonio Gnoli, dell’antropologo Francesco Remotti.

Prestigioso appuntamento con la danza d’autore: lo spettacolo di Virgilio Sieni, ispirato all’omonimo capolavoro di Claude Lévi-Strauss, ha debuttato con grande successo alla Biennale di Venezia 2010. In scena due coppie di donne e una ragazza non vedente. Figure che appaiono da lontano come aloni non definiti, visioni opache, figure vicine e dipendenti l’una dall’altra, coppie che “si stringono nella nostalgia di un’unità perduta”. Lo spettacolo si sviluppa in tre parti in cui le apparizioni femminili sono individuate come una presenza “penultima”, secondo un percorso tripartito tra vicinanza animale, tenerezza trasmessa, nostalgia rimasta che alimentano il senso di quello che l’etnologo definisce “l’opportunità perduta dell’Occidente di restare femmina”. Tristi tropici apre all’agonia e al richiamo abbagliando di eterna nostalgia, lasciando intravedere la sedimentazione del rito nel suo divenire gesto tra animalità e umanità.