Si parlerà del teatro e dell’opera di Giuseppe Patroni Griffi alla serata che il Teatro Stabile di Napoli dedica giovedì 21 novembre al Ridotto del Mercadante allo scrittore, drammaturgo e regista napoletano scomparso nel 2005 all’età di 84 anni, autore di Prima del silenzio, lo spettacolo in scena al Teatro Mercadante da mercoledì 20 novembre a domenica 1 dicembre.

Giovedì 21 novembre alle 21.00, nella sala al primo piano del Mercadante, la serata si apre con la presentazione del libro di Mariano d’Amora, Gli amici dei miei amici sono miei amici. La letteratura e il teatro di Giuseppe Patroni Griffi, edito da Bulzoni. L’approdo in palcoscenico di un grande protagonista della cultura italiana del secondo ‘900 che “eleggerà il teatro (tanto come drammaturgo quanto come regista) a costante del suo percorso artistico”. Con l’autore interverranno Luca De Fusco e Fausto Nicolini.
A seguire, l’omaggio al teatro di Patroni Griffi con gli attori Antonio Casagrande, Leo Gullotta, Gino Curcione, Claudio Di Palma, Cristina Donadio, che si esibiranno in letture di pagine ebrani tratti dai testi del Maestro, con il commento musicale di Paolo Coletta.

«Al pari di altri scrittori della sua generazione (Moravia, Testori, Pasolini) anche Patroni Griffi arriva al teatro dopo aver esordito nella narrativa. Come se il romanzo non bastasse più a contenere la soluzione plastica dei temi e dei problemi che l’immaginazione pone, il teatro sembra prestarsi meglio di altri medium al superamento della crisi del Neorealismo scoppiata a metà degli anni Cinquanta. È pur vero che solo questo scrittore eleggerà il teatro (tanto come drammaturgo quanto come regista) a costante del suo percorso artistico, riuscendo a portare sulla scena una nuova lingua in grado di farsi analisi dei sentimenti ambigui e selettivi di una borghesia che non è più in grado di rivedersi nei valori di cui vorrebbe essere portatrice. Quando alla fine degli anni Cinquanta, Patroni Griffi si accosta al teatro, la scena italiana appare ancora impaludata in antichi siparietti da drammaturgia piccolo borghese, incapace di rappresentare la sete di vita e di esperienze della generazione del secondo dopoguerra. Egli fotografa fin dall’inizio quel nuovo anelito di vita che cerca di farsi strada in palcoscenico portando con sé l’esigenza della cronaca, il dovere della denuncia e, come tale, offrendo ai personaggi narrati l’inedita possibilità di mostrarsi senza limitanti perbenismi. Solcano la scena figure fluttuanti il cui grumo di impulsi contraddittori nobili ed ignobili acquistano forma. Figure affrancate dalle abituali insegne sociali e da rigide connotazioni di classe (di memoria pirandelliana), intenzionate a svelare il proprio, intimo, disordine morale.» (Mariano d’Amora)
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Informazioni: tel. 081.5524214 | info @teatrostabilenapoli.it | www. www.teatrostabilenapoli.it