Il “Soldato spaccone” di Plauto secondo Pasolini.
Dal 22 al 27 gennaio al Teatro Mercadante
Il vantone di Plauto nella traduzione di Pier Paolo Pasolini
con la regia di Arturo Cirillo
Una ironica e assai irriverente commedia umana
affidata al gioco di una compagnia di soli attori uomini
mostra orari

Dopo la felice accioglienza al Napoli Teatro Festival Italia di giugno 2012, approda da martedì 22 a domenica 27 gennaio al Teatro Mercadante l’irriverente commedia Il vantone, versione di Pier Paolo Pasolini del 1963 del Miles gloriosus di Plauto, con la regia di Arturo Cirillo che ne è anche interprete insieme a Michelangelo Dalisi, Rosario Giglio, Vincenzo Nemolato e Luciano Saltarelli.
I costumi sono di Gianluca Falaschi; le luci di Badar Farok; le musiche di Francesco De Melis; regista assistente Roberto Capasso. Lo spettacolo è prodotto da Teatro Stabile di Napoli e Fondazione Campania dei Festival.
Secondo un antico uso scenico del “travestimento”, Il vantone è interpretato da una compagnia di soli attori uomini che rivestono i ruoli di tutti i personaggi della vicenda.
La storia, in sintesi, narra di un astuto servo che aiuta un giovane innamorato a rapire la fanciulla dei suoi sogni ad un soldato millantatore. Su questo plot la commedia presenta una bizzarra passerella umana fatta di servi e padroni, di generali alla Falstaff, di gabbati e torturatori, di donne scaltre e innamorate che popolano un mondo basso, dal quale a volte nasce la poesia. Ma, aldilà della vicenda, la preziosità della commedia risiede nell’invenzione linguistica che il poeta friulano opera sul testo plautino, restituito in un romanesco di grande resa teatrale.
“Quello che ne esce fuori – scrive Arturo Cirillo nelle note allo spettacolo – è una sorta di operetta, una cavalcata senza sosta sulle parole di Plauto, e nelle vicende di Pirgopolinice e degli altri. La compagnia, attori ormai storici del gruppo, è composta di soli uomini, poiché il gioco è tutto dal di fuori, mostrato, brechtianamente raccontato. Non interessa qui per nulla il piano realistico della vicenda, se eventualmente ce ne fosse uno, né tantomeno quel possibile richiamo ad una Roma borgatara, che d’altronde lo stesso Pasolini non cercava, come il linguaggio invece potrebbe erroneamente suggerire. Nella forma del verso si inserisce la forma del dialetto romanesco, scelto da Pasolini come possibile lingua di un teatro di varietà, e gli stessi costumi a questo si richiamano, muovendosi tra paiette, mondi felliniani e citazioni da Karl Valentin. Anche il palcoscenico vuoto del Teatro Mercadante dove campeggiano pochi segni, di un residuato teatrale, è esso stesso geometrizzato in corridoi e rettangoli concentrici, tra luoghi deputati, in cui le case del Vantone e di Periplecomeno sono due divani, e il famigerato buco tra le due, inventato dal servo Palestrione, un cerchio di hula hop. Le stesse luci, che ricordano il circo, non raccontano ambientazioni o paesaggi se non quello unico e atemporale del teatro, per far sì che ci sia ancora un luogo in cui si possa trascendere, essere altro da sé, in un altrove, spazio dell’immaginazione e del fantastico, dove provare a far nascere la poesia. Tra senso e non senso, in assoluta musicalità, Il vantone è questo”.
La durata dello spettacolo è di 1h e 40’.

L’ufficio stampa, Sergio Marra
Orario spettacoli: feriali ore 21.00 | giovedi ore 17.30 | domenica ore 18.00
Info: tel.081.5524214 | Biglietteria: tel.081.5513396 | Tutto: www. www.teatrostabilenapoli.it