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LA VITA NUDA
regia Alfonso Postiglione
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I filosofi hanno il torto di non pensare alle bestie e davanti agli occhi di una bestia crolla, come un castello di carte, qualunque sistema filosofico
Luigi Pirandello
La vita nuda non è teatro, ma lo attraversa per andare poi a definirsi all’interno di una cornice audiovisiva. Una sorta di film-drama, al cui centro alcune pirandelliane novelle per un anno. Cinque storie, per ventitre personaggi, per sette attori. Arte come grande risorsa e al tempo stesso mera illusione dell’uomo, suo rapporto ossessivo con la morte, visione post-umana della vita, alcuni dei temi in gioco. Tra le maglie del discorso, fanno capolino alcuni animali, latori di una memoria ancestrale, di uno stato puro del pensiero, che l’uomo moderno, forse, non è più capace di cogliere.
La stesura delle Novelle per un anno di Luigi Pirandello ha accompagnato tutta l’esistenza di scrittore dell’autore siciliano. Il suo progetto ambizioso era di scriverne trecentosessantacinque, una per ogni giorno dell’anno. Si fermò a duecentocinquantasei, facendone, oltre che summa del suo percorso autoriale, una silloge di racconti paragonabile solo a notevoli precedenti come il Decamerone, le Mille e una notte o i Cunti di Basile.
L’universo novellistico pirandelliano, dal valore letterario incalcolabile, ha un carattere cangiante e plurimo. In più di quarant’anni di scrittura ininterrotta, si assiste al sorgere e al tramontare di motivi narrativi negli ambienti più vari. Dalla Sicilia ancestrale del primo periodo, ai racconti urbani e borghesi del periodo romano, fino ai titoli più visionari degli ultimi anni, testimoni di uno sguardo più rarefatto sull’esistenza.
Pirandello cala lo scandaglio della sua arte nelle profondità della più mutevole umanità, dragando deciso i fondali della storia e dell’esistenza. L’opera completa dell’autore siciliano, infatti, precorritrice della crisi dell’uomo moderno, si fa ancora oggi efficace per poter affrontare l’attuale crisi dell’umano. Il racconto breve è un genere letterario – per dirla con Calvino – proprio dei momenti di transizione nella controversa storia culturale dell’uomo. La novella va all’essenza dei conflitti, condensandoli e raccontandone spesso “l’ultimo passo” e sono aspetti, questi, che condivide con la tragedia classica. Andare dunque col teatro alle novelle, significa darsi la possibilità di spolpare le vicende fino all’osso; spogliare la vita gettando nudi, i suoi contrastati personaggi, nell’agone drammatico.
È lo sguardo post-umano di Pirandello che guida questa selezione di storie da vera commedia umana alla Balzac. Quello sguardo che criticando l’antropocentrismo narrativo guarda all’uomo come uno zoologo osserva gli animali, un entomologo gli insetti, recuperando quella distanza “umoristica” cara allo scrittore siciliano. Un “bestiario” ferocemente umano, a cui il teatro è pronto a dar voce e luce.
Alfonso Postiglione