In questo numero
La rinascita del teatro
Napoli, nelle sue molteplici contraddizioni, ha dimostrato una grande anima anche nella sofferenza della pandemia. Dal «caffè sospeso» alla «spesa solidale» ai tempi del Covid, il motto dei napoletani che ci piacciono è stato «chi può metta, chi non può prenda». Perché, come scriveva Camus nel 1947 ne La peste, e non c’è testo più attuale oggi, «L’epidemia è una faccenda di ciascuno e ciascuno deve compiere il proprio dovere».
Noi, in questo momento così particolare per tutti, come unico Teatro Nazionale del Mezzogiorno, vogliamo dare il nostro contributo, al Sud e dal Sud, al dibattito culturale, andando a toccare le corde più profonde di una comunità che è stata messa a dura prova da rinunce e privazioni. Una comunità allargata, alla nostra città, al Mezzogiorno, al nostro Paese, all’Europa, al mondo, universale mai come di questi tempi.
In attesa di tornare tutti insieme nel foyer del teatro della città, nella sala settecentesca e in quella che fu di Eduardo, che accoglie le produzioni e gli spettacoli selezionati per voi con passione e cura dal direttore Andò, coltiviamo il dialogo sulle sfide del teatro. Un filo ininterrotto con voi spettatori, che spero ci porti presto a condividere insieme la magia dell’apertura del sipario, quel momento perfetto in cui dal buio si accendono le luci. E ai promotori della rivista, in particolare ai due “Roberti”, Andò e D’Avascio, va il nostro ringraziamento. Con questa rivista lavoriamo per coltivare ricordi vividi della bellezza della rappresentazione scenica e per far germogliare la speranza del ritorno alla condivisione, alla comunanza, dell’arte e della cultura. Cultura che al Sud significa riscatto sociale e legalità. A maggior ragione a Napoli, in questa città che supera ogni emergenza e ne esce con rinnovata fierezza. E per la quale il teatro è il palcoscenico del vivere quotidiano.
Filippo Patroni Griffi – Presidente del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Napoli, nelle sue molteplici contraddizioni, ha dimostrato una grande anima anche nella sofferenza della pandemia. Dal «caffè sospeso» alla «spesa solidale» ai tempi del Covid, il motto dei napoletani che ci piacciono è stato «chi può metta, chi non può prenda». Perché, come scriveva Camus nel 1947 ne La peste, e non c’è testo più attuale oggi, «L’epidemia è una faccenda di ciascuno e ciascuno deve compiere il proprio dovere».
Noi, in questo momento così particolare per tutti, come unico Teatro Nazionale del Mezzogiorno, vogliamo dare il nostro contributo, al Sud e dal Sud, al dibattito culturale, andando a toccare le corde più profonde di una comunità che è stata messa a dura prova da rinunce e privazioni. Una comunità allargata, alla nostra città, al Mezzogiorno, al nostro Paese, all’Europa, al mondo, universale mai come di questi tempi.
In attesa di tornare tutti insieme nel foyer del teatro della città, nella sala settecentesca e in quella che fu di Eduardo, che accoglie le produzioni e gli spettacoli selezionati per voi con passione e cura dal direttore Andò, coltiviamo il dialogo sulle sfide del teatro. Un filo ininterrotto con voi spettatori, che spero ci porti presto a condividere insieme la magia dell’apertura del sipario, quel momento perfetto in cui dal buio si accendono le luci. E ai promotori della rivista, in particolare ai due “Roberti”, Andò e D’Avascio, va il nostro ringraziamento. Con questa rivista lavoriamo per coltivare ricordi vividi della bellezza della rappresentazione scenica e per far germogliare la speranza del ritorno alla condivisione, alla comunanza, dell’arte e della cultura. Cultura che al Sud significa riscatto sociale e legalità. A maggior ragione a Napoli, in questa città che supera ogni emergenza e ne esce con rinnovata fierezza. E per la quale il teatro è il palcoscenico del vivere quotidiano.
Filippo Patroni Griffi – Presidente del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Perché Perseo
In mezzo alle divinità e agli eroi della mitologia classica che hanno avuto un legame con l’arte ed il teatro, Perseo sembra essere una personalità più defilata, alla quale la nostra modernità non ha concesso molta attenzione. Giovane bello e valoroso è stato ricordato per la lotta contro i più pericolosi mostri dell’antichità, per il soccorso offerto a principesse, per gli oggetti magici adoperati, nonché per le avventure in fiabeschi e fantastici territori. Ispiratore di infiniti mondi barocchi, come quelli delle scene seicentesche di Sachs, Corneille, Lope de Vega o Calderón della Barca, nella nostra contemporaneità la figura di Perseo fa fatica a identificarsi in organici sistemi di pensiero o in valori assoluti, apparendo meno complicata e poco sfumata, eroe da romance, puro d’animo e sempre pronto a combattere per il bene. Si può, tuttavia, arrivare a capire Perseo soltanto volgendo lo sguardo verso la sua impresa più nota e la sua terribile antagonista, Medusa, l’unica Gorgone mortale capace di pietrificare chiunque avesse incrociato il suo sguardo.
Dunque, il rapporto tra Perseo e Medusa è filtrato dalla (im)possibilità della visione. Medusa è negazione della vista, è pietrificazione di ciò che prima era carne, è letteralmente «impossibilità di vedere».
Perseo dà il nome alla rivista semestrale del Teatro Nazionale di Napoli, edita da Marotta&Cafiero, che invece intende vedere e raccontare il nostro tempo a partire dal teatro, attraverso voci diverse che interrogano un presente variegato e complesso: un nome che è una prospettiva, un solco di riflessione. In questo senso la rivista intende nutrirsi di «leggerezza», nel senso che Italo Calvino ha dato nelle sue famose Lezioni americane a questo concetto. Qui lo scrittore ha ripreso la figura di Perseo, individuando nel suo mito innanzitutto una lezione di metodo. Seguendo Calvino e la sua leggerezza, la nostra rivista vuole porsi sulla scia di chi «vola coi sandali alati» e «non rivolge il suo sguardo sul volto della Gorgone ma solo sulla sua immagine riflessa nello scudo di bronzo». Il nostro lavoro, di fronte alla complessità del reale e del suo doppio teatrale, proverà ad utilizzare le agili armi di Perseo per aggirare il peso della pietra, per «tagliare la testa di Medusa senza lasciarsi pietrificare» e spingendo lo sguardo su ciò che può rivelarsi attraverso «una visione indiretta» oppure «un’immagine catturata da uno specchio». La dimensione teatrale in filigrana nel mito di Perseo diventa, quindi, lo scudo che mette in gioco la relazione vitale tra lo sguardo dello spettatore e il pericolo dell’immagine teatrale. Perseo proverà ad affrontare questa sfida che costituisce l’essenza stessa del teatro in questi nostri tempi incerti.
Il Comitato editoriale – Roberto Andò, Roberto D’Avascio, Lorenzo Mango, Stefania Maraucci, Annamaria Sapienza
PERSEO
la sfida del teatro
rivista semestrale del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
direttore Roberto D’Avascio
direttore responsabile Stefania Maraucci
comitato editoriale Roberto Andò, Roberto D’Avascio, Lorenzo Mango, Stefania Maraucci, Annamaria Sapienza
progetto grafico Alfredo Favi / arkè
editore Marotta e Cafiero editori srl
autorizzazione del Tribunale di Napoli RG 1437/21 del 26/02/21
Rivista stampata su carta riciclata con inchiostri non inquinanti e colle senza plastificanti. A chilometro zero. Per stampare questo volume non è stato necessario abbattere nessun albero
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Nei numeri precedenti
INDICE maggio 2023 | tre due numero uno | |
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Editoriale Roberto D’Avascio | p.3 |
DENTRO E FUORI LA SCENA | |
L’oscura radice dell’urlo LLUÍS PASQUAL | p.7 |
Dalla pagina alla scena. La scrittura teatrale come campo di ricerca IPPOLITA DI MAJO | p.9 |
Angeli nel teatro – mondo di Scaldati VALENTINA VALENTINI | p.13 |
L’inconsumabile voce del teatroIGOR ESPOSITO | p.19 |
Dove si incontrano romanzo e teatro MARTA MARCHETTI | p.23 |
ZOOM a cura di Roberto D’Avascio, Stefania Maraucci, Annamaria Sapienza | |
Contributi di LINDA DALISI ELIO DE CAPITANI CONCHITA DE GREGORIO VIOLA GRAZIOSI MARCO MARTINELLI ERMANNA MONTANARI VALERIA PARRELLA GRAZIANO PIAZZA MASSIMO POPOLIZIO PETER STEIN GABRIELE VACIS | p.27 |
In-FORMAZIONE | |
Arrevuoto: un progetto di gioia collettiva di Maurizio Braucci | p.66 |
EMERGENZE | |
Il teatro di Emergencydi Patrizia Pasqui (drammaturga e regista) e Mario Spallino (attore e fondatore della compagnia teatrale di EMERGENCY) | p.70 |
TRACCE | |
La Fura dels Baus per Pasolini: una scrittura polifonica nella periferia di Soccavo Intervista a Pep Gatell a cura di Gian Maria Cervo e Roberto D’Avascio | p.72 |
In memoria di Katherine Mansfield. Non si sfugge alla magnificenza della vita di Silvia Ajelli | p.76 |
Il respiro di Abeledi Giuseppe Rocca | p.80 |
inMEMORIA | |
Come d’aria, un libro che resterà di Mario Martone | p.84 |
INDICE ottobre 2022 | anno due numero due | |
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Editoriale Roberto D’Avascio | p.3 |
DENTRO E FUORI LA SCENA | |
Dizionarietto lacapriano SILVIO PERRELLA | p.7 |
«Ma di che parla Ferito a morte?» Conversazione con Roberto Andò ed Emanuele Trevi ATTILIO SCARPELLINI | p.11 |
Il crogiuolo di Arthur Miller, ovvero l’orrore della nostra miseria FILIPPO DINI | p.17 |
La zattera di Gericault: arte, politica e passione amorosa PIERO MACCARINELLI | p.23 |
Scalo marittimo di Raffaele Viviani, o di un’inattualità straordinariamente attuale GIUSEPPE MIALE DI MAURO | p.25 |
Ares, il Cambiavalute GENNARO CARILLO | p.31 |
ZOOM a cura di Roberto D’Avascio, Stefania Maraucci, Annamaria Sapienza | |
Contributi di ROBERTO ANDÒ, WILLIAM KENTRIDGE, VINCENZO TRIONE, ELENA BUCCI, ALESSIO BONI, PIPPO DELBONO, ALESSANDRA CUTOLO, ANDREA BARACCO, ROSARIO LISMA, ANDREA RENZI, ALESSANDRA SERRA | p.35 |
In-FORMAZIONE Un teatro per le nuove generazioni: il progetto Teatro Scuola Vedere Fare di Salvatore Guadagnuolo | p.79 |
Attore e maschera di Kuniaki Ida | p.90 |
EMERGENZE | |
Il premio Leo de Berardinis 2022: attenzione ai giovani!di Valeria Prestisimone | p.82 |
TRACCE | |
Francesco Rosi mio padre, mio maestro di Carolina Rosi | p.84 |
Francesco Rosi tra denuncia civile e arte cinematograficadi Pasquale Iaccio | p.84 |
Francesco Rosi regista teatrale: da Giuseppe Patroni Griffi a Eduardo De Filippodi Maria Procino | p.89 |
EMERGENZE | |
Peter Brook, un addio e un ricordo La parola magica, nel teatro come nella vita, è la parola “e” di Ferruccio Marotti | p.92 |
INDICE aprile 2022 | anno due numero uno | |
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Editoriale Roberto D’Avascio | p.3 |
DENTRO E FUORI LA SCENA | |
La stanza della memoria Vittorio Lingiardi | p.7 |
Brevi interviste con uomini schifosi, ovvero una mascolinità tossica Daniel Veronese | p.11 |
Padri e figli: due lingue diverse? Fausto Malcovati | p.15 |
Padri e figli: un romanzo esistenziale Fausto Russo Alesi | p.21 |
Villino bifamiliare: la pubblicazione e la messa in scena Arturo Cirillo | p.25 |
Corpo, maschera, epidemia. Tre variazioni sulla viralità Marino Niola | p.29 |
ZOOM Fragilità e teatro: corpo, scena, vita | |
Contributi di Davide Iodice, Virgilio Sieni, Sista Bramini, Enzo Moscato, Simone Derai, Silvia Calderoni, Marina Rippa, Davide Livermore, Liv Ferracchiati, Monica Nappo, Maria Giovanna Mancini, Maria Grazia Calandrone | p.35 |
In-FORMAZIONE La Scuola di Recitazione del Teatro di Napoli | |
Attore e maschera di Kuniaki Ida | p.90 |
EMERGENZE | |
Per aspera ad astra…semper! di Annamaria Sapienza | p.94 |
TRACCE | |
Chianto ‘e risate e risate ‘e chianto, ossia del teatro di Luca Scarlini | p.96 |
Pinter tra scena e poteredi Roberto D’Avascio | p.98 |
INDICE numero 1 Ottobre 2021 | |
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Editoriale Roberto D’Avascio | p.3 |
Un mistero da ascoltare Andrea De Rosa | p.7 |
Da farsa a tragedia: la regia del Giardino dei ciliegi di Stanislavskij Aurora Egidio | p.13 |
E se domani. Per recitare Dante Sandro Lombardi | p.17 |
Il Purgatorio come Monte Verità Federico Tiezzi | p.23 |
Il corpo performativo di Jan Fabre fra drammaturgia classica e consilience Franco Paris | p.27 |
Etica dell’attore Maurizio Zanardi | p.31 |
ZOOM Il mestiere dell’attore | |
Contributi di Roberto Andò, Isabelle Huppert, Tiago Rodrigues, Mimmo Basso, Claudio Di Palma, Federica Fracassi, Gianfelice Imparato, Roberto Latini, Umberto Orsini, Maria Paiato, Elisabetta Pozzi, Antonio Rezza, Flavia Mastrella, Pamela Villoresi | p.37 |
In-FORMAZIONE | |
Putéca Celidònia: teatro e azione inclusiva Annamaria Sapienza | p.90 |
EMERGENZE | |
Il premio Leo de Berardinis per artisti e compagnie under 35: verso la messinscena Valeria Prestisimone | p.94 |
TRACCE | |
Gli sconfinamenti teatrali di Lidia Curti Roberto D’Avascio | p.98 |
INDICE numero 0 Aprile 2021 | |
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Cari lettori Filippo Patroni Griffi | p.3 |
Perché Perseo Il comitato editoriale | p.7 |
DENTRO E FUORI LA SCENA | |
Il tempo di rappresentare Piazza degli Eroi Roberto Andò | p.9 |
Toccando il fondo Massimo Cacciari | p.17 |
I manoscritti e il “diluvio” Carlo Cerciello | p.21 |
La lunga attesa Franco Marcoaldi | p.25 |
Rimettere in piedi quello che è venuto giù Lino Musella | p.29 |
ZOOM Il teatro interrotto e la scena di domani | |
Contributi di Giorgio Barberio Corsetti, Jean Bellorini, Emma Dante, Adriana Follieri, Claudio Longhi, Lorenzo Mango, Thomas Ostermeier, Christian Raimo, Letizia Russo, Toni Servillo a cura di Roberto D’Avascio, Stefania Maraucci, Annamaria Sapienza | p.33 |
In-FORMAZIONE La Scuola di Recitazione del Teatro di Napoli Annamaria Sapienza | p.74 |
Il teatro non è una scienza esatta intervista a Renato Carpentieri a cura di Annamaria Sapienza | p.76 |
EMERGENZE Il Premio Leo de Berardinis per artisti e compagnie under 35 Valeria Prestisimone | p.80 |