Da Napoli a Londra tornano gli spettacoli de Il mare non bagna Napoli.

Dopo il successo riscosso la scorsa Stagione
dal 15 ottobre al 15 dicembre tornano in scena al Ridotto del Mercadante
i cinque spettacoli del ciclo teatrale Il mare non bagna Napoli
dal libro omonimo di Anna Maria Ortese.
L’8 novembre il progetto farà tappa allo Shaw Theatre di Londra
con le rappresentazioni di Un paio di occhiali e Interno familiare
diretti, rispettivamente, da Luca De Fusco e Paolo Coletta
Da martedì 15 a domenica 20 ottobre al Ridotto del Mercadante andrà in scena il monologo Un paio di occhiali interpretato da Gaia Aprea con la regia di Luca De Fusco, primo dei cinque spettacoli tratti dai racconti de Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese, che dopo il grande successo riscosso lo scorso anno lo Stabile ripropone al pubblico secondo un calendario di date che si concluderà il prossimo 15 dicembre.
Oltre alle nuove rappresentazioni a Napoli il progetto dello Stabile farà tappa a Londra l’8 novembre allo Shaw Theatre dove, nell’ambito della sezione ITALIAN THEATRE SEASON diretta da Mariano d’Amora, andranno in scena Un paio di occhiali e Interno familiare, diretti, rispettivamente, da Luca De Fusco e Paolo Coletta.
Un appuntamento importante che conferma l’interesse e il successo riscossi dal ciclo “teatro e letteratura” che dopo la Ortese proseguirà quest’anno con l’opera di Raffaele La Capria. Cinque inedite messe in scena tratte dai romanzi dello scrittore napoletano, a partire da L’armonia perduta, affidate alle regie di Paolo Coletta, Luca De Fusco, Claudio Di Palma, Andrea Renzi, Francesco Saponaro.
Si parte dunque martedì 15 con Un paio di occhiali, il capitolo di apertura della raccolta,  interpretato da Gaia Aprea con la regia di Luca De Fusco, in scena fino a domenica 20 ottobre. Uno spettacolo che continua l’indagine scenica perseguita in questi anni dal regista, a favore di una essenzialità espressiva e formale della rappresentazione. “Da qualche tempo – dichiara in proposito Luca De Fusco – cerco di perseguire una linea di semplificazione del segno teatrale. Ho sempre creduto che la peculiarità di questo segno fosse il suo carattere spurio, il suo essere luogo di confluenza di ogni linguaggio scenico: la parola e il corpo dell’attore, la parola letteraria dell’autore, il contributo visuale di scene e costumi, quello acustico della musica, etc. Il territorio del teatro subisce però tali e tanti invasioni da dover creare una sua nuova specificità, lavorando per sottrazione. Questa ricerca trova un’espressione naturale nel progetto Il mare non bagna Napoli e segnatamente nel racconto che ho tenuto per me: Un paio di occhiali. Con un racconto così bello, così lancinante e così eloquente, si può facilmente sottrarre”.
Costumi di Zaira de Vincentiis, luci di Gigi Saccomandi, videoproiezioni di Alessandro Papa.
Pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1953 e vincitore del Premio Viareggio, Il mare non bagna Napoli è l’affresco doloroso sulla Napoli del secondo dopoguerra che Anna Maria Ortese tracciò con sguardo lucido e impietoso, suscitando la dura reazione della comunità degli intellettuali partenopei, chiamati in causa nel capitolo conclusivo Il silenzio della ragione, rei, per la Ortese, di indifferenza e lontananza dalla realtà e dalle ferite della città. La violenta accoglienza al libro, che venne accusato di “antinapoletanità”, segnò il definitivo allontanamento della scrittrice dalla sua amata Napoli.