Lo spettacolo Il silenzio della ragione
con la regia di Linda Dalisi
in scena dall’11 al 17 marzo al Ridotto del Mercadante
chiude il ciclo di allestimenti del progetto teatrale
Il mare non bagna Napoli
dal libro omonimo di Anna Maria Ortese
prodotto dal Teatro Stabile di Napoli, a cura di Luca De Fusco

Con il debutto di Il silenzio della ragione di lunedì 11 marzo alle 21.00 al Ridotto del Mercadante – drammaturgia e regia di Linda Dalisi – si conclude il ciclo di allestimenti del progetto Il mare non bagna Napoli, dal libro omonimo di Anna Maria Ortese a cura di Luca De Fusco, prodotto dal Teatro Stabile di Napoli.
Quinto e ultimo racconto del volume pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1953, col quale la Ortese si aggiudicò il Premio Viareggio, Il silenzio della ragione provocò la dura reazione degli intellettuali partenopei dell’epoca, rei, per l’autrice, di aver “tradito” i valori e gli ideali coltivati negli anni precedenti la guerra, all’ombra dei quali si era “formata” e aveva nutrito la sua ispirazione di scrittrice. L’accoglienza che la comunità intellettuale riservò al libro – incolpato di “antinapoletanità” – segnò il traumatico allontanamento della scrittrice da Napoli.
Linda Dalisi – drammaturga e regista dello spettacolo – affida questo “viaggio sognante” lungo “le cose amate” della scrittrice, all’interpretazione di Michelangelo Dalisi, Lino Musella, Fabrizia Sacchi, Francesca De Nicolais.
I costumi sono di Zaira de Vincentiis, il disegno luci di Gigi Saccomandi.

“Io me ne vado per sempre da questa città ove il mare è scomparso” recita un verso di una poesia di Gianni Scognamiglio, uno degli intellettuali napoletani nominati da Anna Maria Ortese ne Il silenzio della ragione: sulla scia di questa scomparsa, la scrittrice muove i passi di un suo ritorno a Napoli, città che aveva visto, prima della guerra, la sua giovinezza, la sua formazione e lo sbocciare della sua vocazione di scrittrice.
Quello che la Ortese fa attraverso la città, le persone, la memoria, la realtà, è un viaggio sognante in cui resta costantemente assorta e vigile. L’osservazione dei dettagli nelle persone, come negli angoli più reconditi del presente (o del passato), è sempre ossessivamente alla ricerca del doppio che c’è dietro ogni prima immediata, oggettiva, impressione. Così nell’intellettuale di prima della guerra, giovane romantico e animato dallo spirito rivoluzionario di chi sogna di cambiare il mondo, divenuto inquadrato nel sistema e ufficialmente riconosciuto, ella legge la morte stessa di quello spirito rivoluzionario. Così come nell’antichità legge, viva (e morta insieme), la giovinezza di un tempo. Questo viaggio attraverso le cose amate è doloroso e per questo lo sguardo della scrittrice è spietato. Come in un risveglio kafkiano, attraverso la metamorfosi immobile del passato e del relativo presente, l’insopportabilità del reale diventa contatto tangibile con la realtà. Sulla scena le parole della Ortese, come pronunciate da una “zingara assorta in un sogno” (come la definì Vittorini), si fanno corpo di viaggiatore che incontra gli spiriti incarnati di quella insopportabilità, affrontati sul terreno di un mondo sconosciuto, come attraverso un quadro di Goya, un libro di Verne, o un racconto di Kafka. (Linda Dalisi)

l’ufficio stampa, Sergio Marra

Orario: 11, 12, 14 marzo ore 21.00 | 15 e 16 marzo ore 18.00 | 17 marzo ore 21.30
Info: tel. 081.5524214 | www. www.teatrostabilenapoli.it
Biglietteria: tel. 081.5513396 | e.mail: biglietteria@ www.teatrostabilenapoli.it