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FESTA AL CELESTE E NUBILE SANTUARIO

testo e regia Enzo Moscato

TEATRO SAN FERDINANDO 28 Marzo 2019   7 Aprile 2019
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 21.00 e
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 21.00 e
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 19.00 e
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 18.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Febbraio ore 21.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Marzo ore 17.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Aprile ore 17.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Maggio ore 21.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Giugno ore 19.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Luglio ore 18.00 e
28/03/2019 ore 21.00
29/03/2019 ore 21.00
30/03/2019 ore 19.00
31/03/2019 ore 18.00
02/04/2019 ore 21.00
03/04/2019 ore 17.00
04/04/2019 ore 17.00
05/04/2019 ore 21.00
06/04/2019 ore 19.00
07/04/2019 ore 18.00

FESTA AL CELESTE E NUBILE SANTUARIO
testo e regia Enzo Moscato
con Cristina Donadio, Vincenza Modica, Anita Mosca, Giuseppe Affinito
produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Casa del Contemporaneo


Si comunica che per sopraggiunta e inderogabile indisponibilità dell’attrice Cristina Donadio, lo spettacolo è stato annullato e sarà rinviato in autunno (date da definirsi).

Per le nuove date clicca qui


 

I luoghi di Scannasurice e di Trianon, lavori precedenti di Enzo Moscato, sono spazi contigui a quelli in cui si svolge Festa al celeste e nubile Santuario. Anche qui sono di scena un vicolo e un basso dove tre ‘insolite’ nubili sorelle vengono quasi fotografate in un’esistenza banalmente quotidiana, ripetitiva, solo riscattata dall’esaltato culto per la Vergine Immacolata e dalla rigidissima condotta etico-sessuale che ne consegue. I loro rapporti personali sono ferreamente gerarchici e improntati a un sistema di diritti-doveri-poteri appartenenti al più tradizionale schema angrafico-familiare: il comando assoluto è nelle mani di Elisabetta, la maggiore, l’inflessibile custode della virtù, propria e delle sorelle, come della giusta obbedienza ai dogmi e ai ministri della Chiesa; subito dopo viene Annina, la visionaria, colei che afferma di vedere e parlare con lo Spirito Santo, di ricevere ineffabili messaggi dalla Madonna, l’apocalittica e inascoltata voce che annuncia l’Evento, il sacro Evento che sta per realizzarsi sotto i loro occhi, tra le miserabili mura del loro basso, in mezzo a prosaici detersivi, caramelle, forcine per capelli; in ultimo c’è Maria, la muta, la totalmente priva di potere, ma anche l’enigmatico oggetto del miracolo, della imperscrutabile scelta divina.
In questa atmosfera così scarnificata e piamente devota accade che le fantasie, le reiterate filippiche di Annina incomincino a concretizzarsi, a incidere sensibilmente sul quotidiano, a trasformarlo, poco per volta in presenza dell’eccezionale, in una inusitata esperienza che non può non travolgere i consueti canoni esistenziali delle tre sorelle. Così simbolicamente Elisabetta perde gli occhi, indispensabile mezzo del suo controllo, quasi una punizione divina inflitta alla sua ortodossa sicumera; così Maria, passiva ancella, si trasfigura, attraverso incredibili fenomenologie (mestruazioni di colore celeste, gravidanza inspiegabile) nella epifania della Virgo Incontaminata, l’eccelso modello a cui si conformano in varia misura i tre personaggi.

L’epilogo è imprevedibile e sarà la stessa Maria, inspiegabilmente tornata in possesso della voce, a disvelare segreti e condotte che non hanno nulla di miracoloso e che individuano in Annina la tessitrice di un disegno, di un intrigo, che Maria spezza con le proprie mani e perpetua al tempo stesso, riproducendone la follia.

Premio Ubu 2018 alla carriera assegnato all’autore, attore e regista ENZO MOSCATO