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IL COMPLICE

di Friedrich Dürrenmatt, regia Renato Carpentieri

TEATRO SAN FERDINANDO 31 Marzo 2022   10 Aprile 2022
Teatro San Ferdinando, 1 Gennaio ore 21.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Gennaio ore 21.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Febbraio ore 19.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Marzo ore 18.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Maggio ore 21.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Giugno ore 17.00 e
Teatro San Ferdinando, 4 Luglio ore 17.00 e
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Teatro San Ferdinando, 4 Ottobre ore 18.00 e

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31/03/2022 ore 21.00
01/04/2022 ore 21.00
02/04/2022 ore 19.00
03/04/2022 ore 18.00
05/04/2022 ore 21.00
06/04/2022 ore 17.00
07/04/2022 ore 17.00
08/04/2022 ore 21.00
09/04/2022 ore 19.00
10/04/2022 ore 18.00

IL COMPLICE
di Friedrich Dürrenmatt
traduzione Emilio Castellani
regia Renato Carpentieri
con Salvatore D’Onofrio, Renato Carpentieri, Giovanni Moschella, Valeria Luchetti, Antonio Elia, Francesco Ruotolo, Pasquale Aprile
scene Arcangela Di Lorenzo
costumi Annamaria Morelli
luci Cesare Accetta
suono Andreas Russo
aiuto regia Renato Rotondo
assistente alla regia Serena Sansoni
assistente costumi Antonietta Rendina
direttore di scena Clelio Alfinito
elettricista e fonico Diego Contegno
sarta Francesca Colica

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Associazione Culturale “Il punto in movimento”

prodotto grazie al contributo di NUOVO IMAIE

In accordo con Arcadia & Ricono Srl per gentile concessione di Diogenes Verlag AG

 

Il complice è una allegoria grottesca, com’era allegoria quella dei Viaggi di Gulliver di Swift: lo stesso Dürrenmatt si definisce «il commediografo più truce che ci sia» e aggiunge «La nostra è un’epoca del grottesco e della caricatura». Già solo la scelta di una forma allegorica fa venire la voglia di mettere in scena questo testo, anche come reazione alla moda teatrale di falso realismo o di sogni estetizzanti sfruttando gli autori classici.

Nel sottosuolo di una Metropolis senza nome vive Doc, uno scienziato famoso che la crisi

Il complice è una allegoria grottesca, com’era allegoria quella dei Viaggi di Gulliver di Swift: lo stesso Dürrenmatt si definisce «il commediografo più truce che ci sia» e aggiunge «La nostra è un’epoca del grottesco e della caricatura». Già solo la scelta di una forma allegorica fa venire la voglia di mettere in scena questo testo, anche come reazione alla moda teatrale di falso realismo o di sogni estetizzanti sfruttando gli autori classici.

Nel sottosuolo di una Metropolis senza nome vive Doc, uno scienziato famoso che la crisi economica ha buttato sul lastrico (“La mia scoperta fondamentale sul problema della vita è che per una crisi economica sono finito in mezzo a una strada”); costretto a lavorare per Boss, un anziano capomafia, ha inventato una macchina per dissolvere cadaveri: “Il delitto perfetto è diventata una possibilità reale”. Gli affari vanno a gonfie vele ma Doc e il suo necrodializzatore diventano oggetto di contesa e strumento di lotta tra interessi diversi. Nella gestione della macchina infernale, fra Boss e Doc s’inserisce il capo della polizia, Cop. Quando si scontrerà con la gigantesca rete di connivenze che domina la macchina statale, anche Cop, a suo modo cercatore di giustizia rimarrà schiacciato, e il controllo dell’apparato, con Doc come insostituibile tecnico addetto, passerà alle alte sfere dell’ordine costituito.