Caricamento Eventi

PULCINELLA VENDICATO

di Francesco Cerlone, regia Lucio Allocca

RIDOTTO DEL MERCADANTE 27 Marzo 2006   16 Aprile 2006
date da definire

Pulcinella vendicato
di
Francesco Cerlone

regia Lucio Allocca

Personaggi e interpreti
Florindo
, amante di Sabatella, promesso sposo di, Gennaro Monti
Rosalba, Patrizia Di Martino
Sabatella, Antonella Prisco
D.Ceccillo,  amante di Rosalba,
Marco Matarazzo
D.Prospero Mangioni,  fratello di Rosalba,
Ciro D’Errico
Pulcinella,  amante di Colombina, Michele Danubio
Colombina,  amante di Pulcinella, Laura Borrelli
Pereniello,  destinato sposo di Sabatella,
Antonio Franco
Coviello, servo di Florindo, Ivano Schiavi
Spiritello (voce registrata), Dana Di Martino

scene Luigi Ferrigno
costumi Annamaria Morelli
musiche
Rosario Del Duca

adattamento del testo  Lucio Allocca, Rosario Del Duca
assistente alla regia
Michele Danubio
assistenti ai costumi Roberta Mattera e Giovanna Napolitano
direttore di scena Gaetano Piscopo
elettricista Samos Santella

scena realizzata nel laboratorio del Teatro Mercadante da Vincenzo Palmieri, Luigi Sabatino
decorazioni della scena Armando Alavisi
costumi realizzati da C.T.N. 75 di Canzanella Vincenzo

fotografo d scena Giuliano Longone

La trama della breve farsa si dipana secondo i consueti meccanismi della commedia per maschere, con amori imposti per convenienza, amori contrastati, qui addirittura con un rapimento dell’amata che non ricambia la passione, appettiti di vario tipo, più immaginati che reali, esercizio d’autorità dei padroni sui loro servi, o contadini.
Ad aiutare Pulcinella nelle sue disavventure interviene un Mago, che gli conferisce poteri soprannaturali, donandogli una bacchetta magica in grado di produrre fantastiche apparizioni adatte alle circostanze (una sorta di lampada di Aladino).
Alla fine tutto si appianerà, ogni cosa andrà al suo posto e Pulcinella, novello Prospero di shakespeariana memoria “infrange i suoi incantesimi”, spezzando la bacchetta magica. Dovendo dare una “morale” a questa favoletta, (come l’hanno tutte le favole che si rispettano) la nostra potrebbe essere questa: non invochiamo Santi e Maghi, ma rendiamoci artefici del nostro destino.
Il testo utilizzato per l’allestimento dello spettacolo è tratto da un volume del 1802, realizzato “presso Domenico Sangiacomo nella sua Stamperia a S. Giuseppe de’ Ruffi n.15” e conservato nel fondo De Muto della Biblioteca Nazionale di Napoli (Sezione Teatrale Lucchesi Palli). Ma una precedente edizione risale al 1765 e reca il il titoloPulcinella vendicato all’Osteria di Marechiaro, libretto per l’opera di Paesiello. (Lucio Allocca)

Cenni biografici su Francesco Cerlone
Cerlone nacque a Napoli; se certa è la data di nascita (1730), incerta è quella di morte, alcuni dicono nel 1810, altri affermano che fosse ancora vivo nel  1812, nell’anno in cui Vincenzo Maria Cimaglia, critico e commediografo, scrive di lui, nella sua prima edizione dei “Saggi” (M. Scherillo, L’Opera Buffa Napoletana, p. 304).
Incerta è anche la sua professione d’origine; il Di Giacomo lo definisce ricamatore…” ma era stato ritenuto un avvocato dal Settembrini, che aveva trovato il suo nome fra i laureati del 1750. Avvocato risulta a noi dal Diario del Conte Zinzerdoff, fatto conoscere da C. L. Curiel ne Il Teatro S. Pietro di Trieste (cfr. Pulcinella di A. G. Bragaglia).
Pubblicò oltre dieci melodrammi per le musiche di Paisiello e Cimarosa, e cinquanta commedie in prosa ricavate da romanzi d’ogni sorta, molte hanno come protagonista  Pulcinella: La filosofante riconosciuta con Pulcinella buffone di corte (Edizioni Vinaccia 1765), nello stesso anno per gli stessi tipi: La Pamela maritata. Con Pulcinella bifolco. La Claudia vendicata, pubblicata con L’osteria di Marechiaro (1768, edita da Vincenzo Flauto), ed ancoraLa forza della bellezza, per il Pulcinella Cammarano, prima commedia pulcinellesca, secondo quello che lui asserisce nella seconda edizione delle sue commedie, pubblicata dal Vinaccia. Nelle commedie in musica introduce il personaggio del Don Fastidio, una sorta di “paglietta” ante –litteram.
Anche se di non eccelso valore letterario, le sue commedie ebbero grande successo, non solo a Napoli, ma anche a Roma, Palermo, Torino, Venezia e Padova, ed in Europa. Malgrado questo straordinario favore del  pubblico egli fece professione di modestia, più o meno sincera: “Credean, dalle tante commedie da me debolmente prodotte, o dal grido che ne corre per L’Europa, che io fossi qualche rigido vecchione, con gran parrucca senatoria sul capo, vestito di nero, all’antica maniera […] sputassi sentenze in ogni detto, ed ascoltassi con fasto, le fortunate novelle delle mie  poetiche figlie. Follia! Sempre mi son reputato meno di niente; e se qualche onore han riportato i parti del mio poetico ingegno, è stata sorte e non merito”. (Scherillo, L’opera buffa napoletana, p. 300).
Tanto favore di pubblico destò l’invidia dei suoi contemporanei, colleghi e critici, come ad esempio, il Napoli-Signorelli, che, in tutti gli otto volumi della sua Storia critica dei Teatri, non gli dedica neanche un rigo. Malgrado fosse scritturato come Poeta, al Teatro Nuovo, con l’obbligo di scrivere sei commedie l’anno, quattro in prosa, e due in musica, i suoi delatori lo fecero cadere in una tale depressione, che fu sul punto di abbandonare per sempre “il caro Teatro”: “Addio scene, teatri, attrici e attori, / vi lascio alfine  in sempiterno oblio; / […] Frodi, inganni, spergiuri, / odi e livori / Più non vi veggo intorno ove son io”.
Ma, come avviene spesso, la passione per il lavoro, ed il richiamo delle Tavole del Palcoscenico, leniscono le ferite dei mediocri delatori: “Ma i buoni amici mi hanno dolcemente spinto a prender di nuovo la penna e seguitare l’intrapreso cammino…”