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UN CUORE SEMPLICE

di Luca De Bei, ispirato all’omonimo racconto di Gustave Flaubert

RIDOTTO DEL MERCADANTE 7 Febbraio 2008   17 Febbraio 2008

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Ospitalità

7 – 17 febbraio 2008 | Sala Ridotto

Teatro Eliseo
Un cuore semplice
di Luca De Bei
ispirato all’omonimo racconto di Gustave Flaubert
regia Luca De Bei
con Maria Paiato
scene Francesco Ghisu
costumi Sandra Cardini
musiche Marco Schiavoni
luci Alessandro Carletti

Un cuore semplice di Luca De Bei, ispirato all’omonimo racconto di Gustave Flaubert è una partitura per voce sola scritta per Maria Paiato, interprete di grande sensibilità e vincitrice di numerosi premi come migliore attrice, fra i quali gli Olimpici del Teatro (per Cara professoressa di Ljudmila Razumovskaja nel 2004) e due Premi Ubu (nel 2005 per La Maria Zanella di Sergio Pierattini e nel 2006 per Il silenzio dei comunisti di Vittorio Foa, Miriam Mafai e Alfredo Reichlin).
Al centro della piéce la figura di Félicité, un’esistenza scandita dal lavoro, senza grandi eventi né accadimenti particolari. “Si alzava all’alba per non perdere la messa”, dice Flaubert, “e lavorava fino a sera senza fermarsi un istante. Poi, terminata la cena, messe in ordine le stoviglie e sprangata la porta, sepolto il ceppo nel camino con la cenere, si addormentava davanti al focolare con il rosario in mano”.
Aveva lavorato da sempre, sin da bambina, quando morti i suoi genitori era stata presa da un fattore che l’aveva messa a badare alle mucche in campagna. Una breve e infelice storia d’amore era stata la sua unica parentesi romantica. Una volta assunta come domestica dalla signora Aubain, lì era rimasta per cinquant’anni. La sua intera vita è dedicata agli altri (la sua padrona, i figli di lei, un nipote), alla Chiesa (la cui dottrina Félicité segue con la passione, l’innocenza e l’ingenuità di una bimba), alla casa, al suo adorato pappagallo Loulou. Vive le gioie e i lutti con la stessa intensità, la stessa muta adesione alle leggi della Natura. Apre il suo cuore a chiunque e, seppur spesso ferita o ingannata, in questa dedizione a ogni essere vivente, Félicité trova la sua ragione di esistere.
Poi, così come ha sempre vissuto, termina la sua vita: da sola. Si spegne nel suo letto, dopo una malattia dolorosa, molti stenti, un po’ di follia, regalandoci però la fulgida e rara intuizione di un’anima pura, buona, semplice e, infine, necessaria.