“Una buona pratica preliminare di qualunque altra è la pratica della meraviglia.
Esercitarsi a non sapere e a meravigliarsi.
Guardarsi attorno e lasciar andare il concetto di albero, strada, casa, mare e guardare con sguardo che ignora il risaputo.
Esercitare la meraviglia cura il cuore malato che ha potuto esercitare solo la paura. ”

Chandra Livia Candiani Questo immenso non sapere

 

Premessa, in forma di Lettera

sono tanti anni che mi occupo delle donne attraverso l’arte del teatro, ho cominciato con le adolescenti a Monte di Procida negli anni ’90, poi dal 1999 al 2006 ho avuto un gruppo di donne anziane della Comunità Alloggio Cardinale Mimmi di Napoli e dal 2007 in pianta ormai stabile sono a Forcella, col progetto La scena delle donne – percorsi teatrali con le donne a Forcella. E sono tanti anni che penso che questa pratica, che è maieutica come lo era dalle sue origini il teatro greco, sia davvero una pratica che consente di esplorare, conoscere, avere consapevolezza di se stesse/i e di potersi esprimere senza giudizi. E’ un lavoro sull’autodeterminazione e per questo sono convinta  che lavorare con un gruppo di donne che sta facendo un percorso che ha a che fare col dolore  rispetto ad uno o più legami affettivi  sia una pratica che possa servire. Penso ad un percorso che attraverso il teatro, la danza, la narrazione, riesca a far esprimere se stesse in maniera autentica.

 

L’idea

Un laboratorio teatrale, una volta a settimana, al San Ferdinando, dove Eduardo apprezzerebbe, connesso all’impegno della buvette,  aperto anche ad altre donne, avvicinate attraverso le associazioni che si occupano di violenza di genere. Fare un cortocircuito tra la cucina e il teatro, immaginando la buvette come la cucina di casa , uno “star di casa” accogliente, (sapendo bene che casa per molte delle donne non è sempre un posto accogliente). Fare della buvette, del teatro, degli altri locali del teatro una CASA, un posto intimo in cui si può stare bene. E raccontarlo in qualche modo, attraverso l’arte scenica e quella culinaria.
Un MENU’ POETICO, un teatro da mangiare.

Marina Rippa
per f.pl. femminile plurale