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TARTUFO

di Molière, regia Jean Bellorini

TEATRO MERCADANTE 20 Aprile 2022   1 Maggio 2022
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 17.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 19.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 18.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 17.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 17.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 19.00 e
Teatro Mercadante, 5 Gennaio ore 18.00 e

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20/04/2022 ore 21.00
21/04/2022 ore 17.00
22/04/2022 ore 21.00
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28/04/2022 ore 17.00
29/04/2022 ore 21.00
30/04/2022 ore 19.00
01/05/2022 ore 18.00

TARTUFO
di Molière
traduzione Carlo Repetti
regia Jean Bellorini
con Federico Vanni, Gigio Alberti, Teresa Saponangelo, Betti Pedrazzi, Ruggero Dondi, Daria D’Antonio, Angela De Matteo, Francesca De Nicolais, Luca Iervolino, Giampiero Schiano, Jules Garreau
collaborazione artistica Mathieu Coblentz
scene e luci Jean Bellorini
costumi Macha Makeïff
assistente alle scene Francesco Esposito
assistente ai costumi Anna Verde
sarta realizzatrice Luciana Donadio
trucco Emanuela Passaro
direttore di scena Antonio Gatto
capomacchinista Fabio Barra
macchinista e attrezzista Nunzio Romano
datore luci Giuseppe Di Lorenzo
fonico Daniele Piscicelli
sarta Daniela Guida
foto  di scena Ivan Nocera

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Théâtre National Populaire de Villeurbanne

Durata: 2 ore (atto unico)

Jean Bellorini – drammaturgo, regista e direttore del Théâtre National Populaire di Villeurbanne – riecheggiando l’oscura messa in scena di Macha Makeïeff, presenta uno spettacolo divertente e vorticoso. Ma soprattutto, lui che non ha mai messo in scena Molière, si lancia in questa avventura con un cast quasi tutto italiano.

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Tartufo è la satira più feroce che sia mai stata scritta contro l’ipocrisia. In essa, infatti, Molière, attraverso la perversità del protagonista, intese colpire l’ipocrisia e il moralismo fanatico ostentato da molti personaggi influenti a corte, coinvolgendo anche le pratiche religiose ed i fedeli. La traduzione di Carlo Repetti – rispettosa dell’originale – è piena di ritmo e di gioia: suona come un inno al desiderio di vivere liberi. L’umorismo immediato e dirompente non influisce in alcun modo sulla forza della storia. Al contrario, tutto tende ad affermare la necessità di una ribellione: la denuncia degli eccessi della Chiesa, l’identificazione della cultura e della conoscenza come armi per combattere la paura di una nuova società, la critica alla mediocrità umana.
L’azione si svolge in una grande cucina, dove si incontrano personaggi tipici della commedia all’italiana. Con loro, assistiamo a un fallimento collettivo. Ma la forza della vita e il rinnovamento aprono uno spiraglio nell’oscurità. In questo spettacolo, dove la risata è un’arma contro la stupidità, scopriamo che Molière canta anche il piacere della vita e la gioia di stare insieme, ad ogni costo.