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IL FILO DI MEZZOGIORNO

regia Mario Martone

TEATRO MERCADANTE 5 Gennaio 2022   16 Gennaio 2022
Teatro Mercadante, 1 Maggio ore 21.00 e
Teatro Mercadante, 1 Giugno ore 18.00 e
Teatro Mercadante, 1 Luglio ore 21.00 e
Teatro Mercadante, 1 Agosto ore 19.00 e
Teatro Mercadante, 1 Settembre ore 18.00 e
Teatro Mercadante, 1 Novembre ore 21.00 e
Teatro Mercadante, 1 Dicembre ore 17.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 17.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 21.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 19.00 e
Teatro Mercadante, 1 Gennaio ore 18.00 e

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05/01/2022 ore 21.00
06/01/2022 ore 18.00
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15/01/2022 ore 19.00
16/01/2022 ore 18.00

IL FILO DI MEZZOGIORNO
di Goliarda Sapienza
adattamento Ippolita di Majo
regia Mario Martone
con Donatella Finocchiaro, Roberto De Francesco
scene Carmine Guarino
costumi Ortensia De Francesco
luci Cesare Accetta
foto di scena Mario Spada

produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale

Il filo di mezzogiorno è pubblicato da La nave di Teseo
Un ringraziamento a Mario Tronco per aver musicato il canto dei pescatori delle isole Eolie

Durata: 1h e 40 minuti (atto unico)

L’esperienza psicoanalitica vissuta da Goliarda Sapienza dopo il periodo di depressione, sfociato in un tentativo di suicidio passa dalla pagina scritta alla scena con tutto il carico di acuta e profonda consapevolezza, al tempo stesso personale e universale, sulla condizione femminile, priva di ogni pregiudizio morale: la scoperta delle fragilità e delle paure, dell’amore, della vita.

Il filo di mezzogiorno è il libro di una grande scrittrice, rimasta molto a lungo misconosciuta. Goliarda Sapienza non ha avuto il bene di vedere pubblicato in vita il suo romanzo più

L’esperienza psicoanalitica vissuta da Goliarda Sapienza dopo il periodo di depressione, sfociato in un tentativo di suicidio passa dalla pagina scritta alla scena con tutto il carico di acuta e profonda consapevolezza, al tempo stesso personale e universale, sulla condizione femminile, priva di ogni pregiudizio morale: la scoperta delle fragilità e delle paure, dell’amore, della vita.

Il filo di mezzogiorno è il libro di una grande scrittrice, rimasta molto a lungo misconosciuta.
Goliarda Sapienza non ha avuto il bene di vedere pubblicato in vita il suo romanzo più grande, L’arte della gioia. Era una donna, e una donna fuori da tutti gli schemi e anche dalle ideologie politiche del suo tempo, ha combattuto la sua battaglia prima partigiana, poi femminista, sempre controcorrente, sempre contro il conformismo e lo ha fatto con tutti i mezzi che aveva a disposizione, primo fra tutti la scrittura. Nel 1969 era uscito per Garzanti un suo libro autobiografico e scandaloso, Il filo di mezzogiorno, ora ripubblicato da La nave di Teseo, che ripercorreva con lucidità e una straordinaria dovizia di particolari il suo percorso psicanalitico.
Goliarda insegue la sua memoria, insegue i ricordi, le sensazioni, le libere associazioni, lo psicoanalista la guida, la accompagna, la segue, e riuscirà a condurre la scrittrice dalle tenebre, nelle quali l’avevano sprofondata il ricovero in manicomio e i ripetuti elettroshock, alla luce della coscienza, al recupero della propria identità. È un corpo a corpo senza esclusione di colpi nel quale i ruoli si distorcono per poi riprendere forma e poi si scompongono ancora fino quasi a invertirsi.